lunedì 22 ottobre 2018 – ore 20.30 – Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo
S(LOW)
Emiliano Turazzi
Lo sguardo fermo, senza sforzo (2012)
per flauto basso amplificato e feedback
Giacinto Scelsi
Maknongan (1976)
per flauto e nastro
Giuliano D’Angiolini
Aria del flauto eolico (2015)
per flauto e flauti su nastro
prima italiana
Alvin Lucier
13 degrees of darkness (2013)
per flauto e flauto registrato su nastro
Stefano Scodanibbio
Voyage resumed (2005)
per flauto contralto e 8 contrabbassi nastro
Mary Jane Leach
Semper dolens (2018)
per flauto e nastro
prima assoluta
Manuel Zurria flauto, flauto contralto, flauto basso
Emiliano Turazzi regia del suono
musiche di Giuliano D’Angiolini, Mary Jane Leach, Alvin Lucier, Giacinto Scelsi, Stefano Scodanibbio, Emiliano Turazzi
a cura di Manuel Zurria
Biglietti
7€ – ridotto 5€, 2€
ridotto 5€ per studenti dell’Università di Bologna
ridotto 2€ per studenti del Conservatorio G. B. Martini Bologna
In questo progetto ho fatto il punto sulla ricerca che ha accompagnato il mio lavoro negli ultimi anni. Molti dei brani che ascolterete sono stati concepiti in uno spirito di collaborazione con compositori ai quali ho destinato molte delle mie energie. Emiliano Turazzi ha composto Lo sguardo fermo, senza sforzo su mia richiesta nel 2012 in occasione di un concerto nella casa museo di Giacinto Scelsi a Roma. Un brano nel quale la componente spaziale è importante tanto quanto quella meramente acustica. Emiliano è uno dei pochi compositori (l’unico, a quanto mi risulti…) a lavorare col feedback come elemento fondante della propria estetica musicale: ad aver trasformato un fenomeno acustico (…incubo dei fonici di tutti i tempi) in un elemento magico che ci trasporta in una sfera mistica di rara bellezza. Parallelamente i 13 Degrees of Darkness di Alvin Lucier fanno tesoro di un fenomeno fisico (i battimenti) come componente poetica e creativa del processo compositivo. In questo brano Lucier accompagna a un flauto dal vivo un secondo flauto registrato su nastro. Il materiale è ridotto al minimo (una sola nota in tutto il pezzo, un LA 220 Hz.) realizzata con una serie di posizioni alternative che ne deformano timbro e altezza. Dallo scontro di questi suoni il compositore ricava impasti statici e cangianti allo stesso tempo, come un monocromo in lenta, continua e costante evoluzione. Ho iniziato a lavorare con Giuliano D’Angiolini negli anni ’90; solo da qualche anno, però, la nostra collaborazione sembra aver trovato una florida e felice produttività. L’Aria del flauto eolico è stata composta per 5 flauti. La logica di interazione è flessibile secondo un sistema temporale ordinato da time brackets che assicurano il risultato ma garantiscono una certa indeterminatezza. I suoni che dialogano sono volutamente semplici, autonomi, puri. Liberi. Il silenzio e la stasi hanno un valore rilvante, quanto e più del suono stesso. Semper Dolens di Mary Jane Leach è un regalo inaspettato giunto quest’anno. Il brano serve a completare un vinile (che verrà pubblicato a breve da Modern Love, un’etichetta di Manchester) insieme ad altri tre lavori di Mary Jane che avevo già pubblicato su altri dischi. Il brano riprende la forma e l’idea di un precedente lavoro (Dowland’s Tears) che Mary Jane aveva composto su mia richiesta per un progetto dedicato alle Lachrimae del compositore elisabettiano John Dowland. Voyage Resumed di Stefano Scodanibbio ha invece una storia particolare. Dopo avere ascoltato un concerto dove Stefano suonava il suo Voyage that never ends a Roma, rimasi talmente folgorato che decisi di proporgli un adattamento del brano da inserire nel mio repertorio. Stefano mi diede carta bianca e dopo aver trascritto il pezzo (solo l’ultima parte, il resto era praticamente intraducibile perchè intimamente legato al contrabbasso), decise di preparare un nastro con 8 contrabbassi per creare un’aura di accompagnamento a questa furia rituale. Abbiamo presentato questo lavoro al Festival Scelsi a Roma nel 2005, al Teatro Palladium. E per finire quello che potrebbe apparire come il Convitato di Pietra, Giacinto Scelsi. Perchè Scelsi è la figura di riferimento che aleggia dietro a compositori che tentano strade alternative (come Turazzi e D’Angiolini), che ha fatto scuola a compositori di area minimalista in America (Lucier e Leach) e soprattutto è stato il mentore di un compositore (ed esecutore) straordinario come Stefano Scodanibbio. Per accompagnare l’esecuzione di Maknongan ho chiesto di lavorare nella casa di Scelsi con gli strumenti di sua proprietà (ondiole, tastiere meccaniche, percussioni orientali) per organizzare un lungo drone di accompagnamento che avesse una dimensione privata, costruito con i suoni appartenenti agli oggetti della sua casa a lui cari. Un modo per chiudere il cerchio, quel famoso cerchio con il quale Scelsi amava firmare le proprie composizioni.
Buon ascolto M.Z.
Emiliano Turazzi
Emiliano Turazzi è compositore, clarinettista e sassofonista. Diplomato in composizione al Conservatorio di Milano, ha studiato clarinetto e sassofono con Sandro Cerino negli anni ’80. Musicista curioso, non esaurisce i propri interessi musicali nel campo della musica europea di tradizione scritta: a quella accademica unisce infatti una solida formazione jazzistica e un vivace interesse per le musiche di tradizione orale europee ed extraeuropee. Dalla fine degli anni ’90 sue composizioni sono state eseguite in rassegne e festival internazionali quali, fra gli altri: Tage für neue Musik Zürich, Bludenzer tage eitgemäßer Musik, Attacca und Ars Nova Konzert della Radio tedesca SWR, Mantova Musica Contemporanea e Milano Musica. Attivo nella didattica dai primi anni ’90, è stato fondatore dell’associazione Musica Aperta e attualmente è docente di Composizione, Armonia e teoria Musicale presso la Civica Scuola di Musica Gaetano Donizetti di Sesto San Giovanni.

Foto di Amanda Lucier
Alvin Lucier
Alvin Lucier (1931) ha insegnato dal 1962 al 1970 presso la Brandeis University, dove ha diretto il locale Coro da Camera, dedicandolo prevalentemente all’esecuzione della nuova musica. Dal ’66 al ’76 ha fatto parte dei Sonic Arts Union, collettivo di compositori sperimentali creato assieme a Robert Ashley, Gordon Mumma e David Behrman. Lucier ha aperto la strada in molti settori della composizione musicale e della performance, con lavori innovativi come Music for Solo Performer (1965) basato sull’utilizzo delle onde alfa del cervello del performer che, trasmesse da elettrodi e amplificate, fanno vibrare un set di strumenti a percussione; Vespers (1968), eseguita dai Sonic Arts Union con dispositivi di eco-locazione per la percezione acustica dello spazio; e il famoso I Am Sitting in a Room (1969), process piece che esplora i fenomeni di degradazione acustica di una registrazione e gli effetti di enfatizzazione e selezione delle risonanze dati dallo spazio performativo; Nothing is Real (1990), per pianoforte e teiera amplificata. Ha composto una vasta gamma di lavori per orchestra, ensemble da camera, quartetti d’archi, voci o strumento solo, per interpreti come Petr Kotik, Ever Present Orchestra, Joan La Barbara, Charles Curtis, Quatuor Bozzini, Manuel Zurria, e numerosi altri.

Foto di Umberto Cornale
Giuliano D’Angiolini
Giuliano D’Angiolini è compositore e musicologo. Ha studiato composizione al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma, sotto la guida di Boris Porena. La sua formazione musicale si è arricchita dello studio dell’etnomusicologia all’Università La Sapienza di Roma e all’Accademia Chigiana di Siena, e dell’informatica musicale presso il Centro di Sonologia Computazionale di Padova. Come musicologo ha pubblicato numerosi scritti sulla musica del Medioevo, sulla musica contemporanea e su diverse musiche di tradizione orale. In particolare è autore di un libro+cd dedicato alla musica dell’isola di Karpathos, Un giorno nella gioia, l’indomani nel pianto (Nota, Geos cd Book 607). Le sue opere sono state eseguite tra gli altri dagli Ensemble Alter Ego, Cairn, Chrysalide, 2e2m, Ictus, Le Banquet, Ensemble Modern, Quatuor Parisii, Art Zoyd, e in diversi festival importanti (Ars Musica, Aujourd’hui Musiques, Festival d’Automne, Musica, Voix Nouvelles, Festival Présence…). Dal 1993 al 1996 ha diretto il Festival di musica contemporanea italiana presso l’Istituto Culturale Italiano di Parigi. Nel 1997 e nel 1998 ha lavorato in residenza presso il CCMIX di Parigi.

Foto di Courtney Asztalos
Mary Jane Leach
Mary Jane Leach incentra il proprio lavoro di compositrice e performer sulla fisicalità del suono, le sue proprietà acustiche e i modi in cui interagisce nello spazio. Molti dei suoi brani costruiscono un paesaggio sonoro surreale utilizzando combinazioni e interferenze di toni; toni che non sono direttamente prodotti dagli strumentisti, ma dai fenomeni acustici creati dalla sua abilità nel manipolare timbri e intonazioni.
Le sue musiche sono state eseguite in una varietà di situazioni, dalle sale da concerto a forum di musica sperimentale. Negli ultimi anni hanno ricevuto grandi consensi critici le sue musiche per coro, che attingono a ispirazioni diverse come Monteverdi, Bruckner, e l’Ars Nova del 14° secolo.
Leach ha ricevuto commissioni da importanti ensemble, come Fondazione ICO Tito Schipa, Relâche, The Downtown Ensemble, Newband, e i New York Treble Singers, e da parte di solisti come Manuel Zurria, Emanuele Arciulli, Sarah Cahill, Guy Klucevsek, Shannon Peet, e Libby Van Cleve, ed è stata premiata con commissioni da parte di NEA, Mary Flagler Cary Charitable Trust, Westdeutscher Rundfunk, e molte altre istituzioni. Le sue incisioni sono state pubblicate da Die Schachtel, New World, XI, Lovely, Innova, Starkland, Capstone.

Foto di María Luisa Severiano
Stefano Scodanibbio
Stefano Scodanibbio(1956/2012) ha studiato contrabbasso con Fernando Grillo, composizione con Fausto Razzi e Salvatore Sciarrino, musica elettronica con Walter Branchi, e storia della musica con Michelangelo Zurletti. È stato un protagonista della rinascita del contrabbasso negli anni ’80 e ’90, eseguendo, nei maggiori festival di musica contemporanea, brani scritti appositamente per lui da compositori quali Bussotti, Donatoni, Estrada, Ferneyhough, Frith, Globokar, Sciarrino, Xenakis, Mencherini, Grisey, Scelsi, Paci Dalò. Ha composto più di 50 lavori principalmente per strumenti ad arco, e ha fondato e diretto dall’83 la Rassegna di Nuova Musica di Macerata. Ha collaborato a lungo con Luigi Nono e Giacinto Scelsi, e suonato spesso in trio con Rohan de Saram e Markus Stockhausen e in duo con Terry Riley, oltre a lavorare tra gli altri con i coreografi e danzatori Virgilio Sieni, Patricia Kuypers, Hervé Diasnas, i poeti Edoardo Sanguineti e Gian Ruggero Manzoni, e l’artista Gianni Dessì. Si è esibito molte volte ad AngelicA, curando tra l’altro una tre giorni di prime assolute commissionate dal festival nel 2011. Su i dischi di angelica sono usciti di lui i cd Lazy Afternoon Among the crocodiles (1997, con Terry Riley) e Incontri & Reuniones (2015).
Giacinto Scelsi
Giacinto Scelsi (1905-1988) conobbe, studiando a Ginevra con E. Köhler, il pensiero musicale di A. Skrjabin, e a Vienna, con W. Klein (1935-36), la tecnica dodecafonica. Fino al 1950 soggiornò a più riprese a Parigi, a Londra e in Svizzera, e intraprese numerosi viaggi in Africa e in Estremo Oriente, che influenzeranno profondamente le sue concezioni artistiche. Negli anni ’40, nel corso di una forte crisi personale e di salute, si dedicò allo studio del pensiero orientale e si allontanò progressivamente dai metodi tradizionali di composizione propri della cultura occidentale. Utilizzando un procedimento creativo basato soprattutto sulle proprie improvvisazioni a pianoforte e ondiola e sul lavoro diretto con i propri interpreti, e solo in un secondo momento trascrivendo le idee fissate su nastro magnetico con l’aiuto di altri compositori, approdò a un linguaggio del tutto originale, che rendeva inusabili categorie come tema, sviluppo, serie, armonia, ritmo, melodia, per concentrarsi invece in ricerche microtonali verso quello che chiamava il “cuore del suono”. Rimase fino alla morte quasi sconosciuto in Italia, pur ricevendo ammirazione e il sostegno da parte di compositori e performer quali John Cage, Morton Feldman, Alvin Curran, Michiko Hirayama, Frances-Marie Uitti, Joelle Léandre, Diamanda Galàs e Stefano Scodanibbio.
Manuel Zurria
Manuel Zurria è nato a Catania nel 1962 e vive a Roma dal 1980. Ha collaborato con alcuni dei più importanti compositori italiani: tra questi Francesco Pennisi, Sylvano Bussotti, Aldo Clementi, Adriano Guarnieri, Franco Donatoni, Fabio Vacchi e Luca Francesconi. Di rilievo la sua collaborazione con Salvatore Sciarrino e Alvin Lucier. Inoltre, più recentemente, ha collaborato con Arvo Pärt, Philip Glass, Terry Riley, Gavin Bryars, Giya Kancheli, Kaija Saariaho, György Kurtág, Louis Andriessen, Sofia Gubajdulina, Peter Eötvös, e Frederic Rzewski. Ha ispirato un’intera generazione di compositori alla creazione di nuove opere: Yan Maresz, Alvin Lucier, James Saunders, Bernhard Lang, Toshio Hosokawa, Laurence Crane, Emiliano Turazzi, Ricardas Kabelis, Emanuele Casale, Noah Creshevsky, Giuliano D’Angiolini, Matthew Shlomowitz, Agostino Di Scipio, Philip Corner, Fausto Romitelli, Mary Jane Leach, Jacob TV, Alvin Curran, Fabrizio De Rossi Re, Maurizio Pisati, Howard Skempton, Nicola Sani, Gabriele Manca, Lucia Ronchetti, Claude Lenners, Yoshihisa Taira, Luigi Ceccarelli, James Dashow, Rytis Mazulis, Mario Garuti, Juste Janulyte, Stefano Scodanibbio e Salvatore Sciarrino hanno concepito lavori flautistici appositamente per lui. Nel 2008 ha pubblicato, con l’etichetta Die Schachtel, il triplo cd REPEAT! che rappresenta la summa delle sue esperienze, con lavori originali o trascritti per flauti ed elettronica realizzati in collaborazione con Arvo Pärt, Louis Andriessen, Tom Johnson e molti altri. Ha suonato in rassegne e festival di prestigio di tutto il mondo, quali: Biennale Musica di Venezia, Pacific Music Festival (Sapporo), Musica (Strasbourg), Beethovenhalle (Bonn), De Yjsbreker (Amsterdam), IRCAM – Festival Agorà (Paris), Rachmaninov Hall (Moscow), Temporada (Buenos Aires), Festival d’Automne (Paris), Rikskonserter (Stockholm), Illikhom Theatre (Tashkent-Uzbekistan), Takefu Festival (Japan), Maerz Musik (Berlin), Festival Archipel (Geneve), Musica Nova (Helsinki), ULTIMA (Oslo), Jauna Muzika (Vilnius), Teatro alla Scala/Musica per la Resistenza (Milano), Tectonics Festival (Athens, Greece), ecc. Nel 1990 è stato tra i fondatori di Alter Ego, uno dei gruppi di riferimento per la musica contemporanea in Italia. Ha inciso circa 40 tra cd e vinili per etichette quali BMG-Ariola, Ricordi, Capstone, EdiPan, Stradivarius, Die Schachtel, Mazagran, Mode, Megadisc, God, Atopos, Touch, Another Timbre.