mercoledì 18 ottobre 2017 – ore 20.30 – Teatro Comunale di Bologna
in memoria di Mario Zanzani (1948-2007)
Orchestra del Teatro Comunale di Bologna
Coro di Voci Bianche e Coro Giovanile del Teatro Comunale di Bologna
Aldo Sisillo direttore – Alhambra Superchi maestro del coro
+ Ermanno Cavazzoni + Gianni Gebbia + Heiner Goebbels + Anna-Maria Hefele
+ Tiziano Popoli + Valeria Sturba + Vincenzo Vasi (Italia, Germania)
prima assoluta
Tiziano Popoli (Italia, 1955)
Labirinto della notte (2016 / 2017) prima assoluta #
I. Chi è morto – Kyrie; II. Requiem Aeternam; III. Sono morto;
IV. Dies Irae; V. Tuba Mirum; VI. Ora ti debbo dire;
VII. Oceano del Nulla; VIII. Sanctus; IX. Canzonetta
per soprano-voce armonica, due theremin-voci-elettronica, fagotto, controfagotto,
pianoforte, archi, coro di voci bianche
testi di Tommaso da Celano, Messale,
Bardo Thodol, Novalis, lamentazioni lucane
musiche di Tiziano Popoli
musiche commissionate da AngelicA
Fondazione Teatro Comunale di Bologna in coproduzione con AngelicA
Heiner Goebbels (Germania, 1952)
IN THE COUNTRY OF LAST THINGS I (1994)
con parole di Paul Auster; per soprano, voce recitante, orchestra;
prima assoluta di una versione per voce armonica, voce recitante in italiano, orchestra (2017)
Gianni Gebbia (Italia, 1961) / Heiner Goebbels (Germania, 1952)
INVENZIONI A DUE E TRE VOCI (2017) prima assoluta
per sax e pianoforte
Heiner Goebbels (Germania, 1952)
SUITE FOR SAMPLER AND ORCHESTRA (1994)
I. Sarabande / N-Touch; II. Allemande / Les ruines;
III. Courante / Banlieue; IV. Gigue; VI. Passacaglia;
VII. Chaconne / Kantorloops; IX. Gavotte / N-Touch Remix
per campionatore e orchestra
Gianni Gebbia (Italia, 1961) / Heiner Goebbels (Germania, 1952)
INVENZIONI A TRE E QUATTRO VOCI (2017) prima assoluta
per sax e pianoforte
Heiner Goebbels (Germania, 1952)
IN THE COUNTRY OF LAST THINGS II (1994)
con parole di Paul Auster; per soprano, voce recitante, orchestra;
prima assoluta di una versione per voce armonica, voce recitante in italiano, orchestra (2017)
Aldo Sisillo direttore
Alhambra Superchi maestro del coro
Ermanno Cavazzoni voce
Gianni Gebbia sax soprano, oggetti
Heiner Goebbels pianoforte
Anna-Maria Hefele voce armonica, soprano
Tiziano Popoli campionatore
Valeria Sturba theremin, voce, elettronica
Vincenzo Vasi theremin, voce, elettronica
musiche di Heiner Goebbels, Tiziano Popoli, Gianni Gebbia
testi di Paul Auster, Tommaso da Celano #, Messale #,
Bardo Thodol #, Novalis #, lamentazioni lucane #
# musiche commissionate da Fondazione Teatro Comunale di Bologna, AngelicA
nell’ambito di BOLOGNA MODERN 2017, Festival per le Musiche Contemporanee della Fondazione Teatro Comunale di Bologna
Fondazione Teatro Comunale di Bologna in coproduzione con AngelicA
con la collaborazione del Goethe-Institut Mailand
a cura di Oderso Rubini, Massimo Simonini
Biglietti
intero 15 €
ridotto 10 € (under 30, over 65, abbonati M.I.)
Teatro Comunale di Bologna – t 051.529019
boxoffice@comunalebologna.it – teatro@comunalebologna.it
www.tcbo.it
È stato detto che la moderna civiltà laica cerca in tutti i modi di allontanare da sé, di cancellare, l’idea della morte. Pare che anche la prospettiva di una seconda vita post-mortem offerta dalle religioni non sia sufficiente a farci accettare il morire come una condizione necessaria e desiderabile. Comporre questo Requiem ha significato per me affrontare una riflessione sul gran mistero, alla quale forse non avrei saputo e voluto far fronte dieci anni fa, ai tempi in cui Mario ci ha lasciato.
Ho lavorato su alcuni testi che generalmente costituiscono il corpus del Requiem, e su altri di diversa, eterogenea provenienza, scoperti in questi mesi di ricerche o giacenti nella mia memoria. Accanto alla drammatica rappresentatività degli Inni, dai quali ho ricavato le sezioni in latino del Kyrie, Requiem Aeternam, Dies Irae, Tuba Mirum e Sanctus, ho cercato di dare voce ad altre lingue, ad altri modi di sentire e di porsi di fronte alla morte. A quella drammaticità alta, formalizzata in metro poetico, ho contrapposto una lingua semplice, disomogenea, infantile, fatta di scampoli di sensazioni, onomatopee, voci interiori e visioni. Il risuonare delle campane e del gran vocìo paesano del “chi è morto?”; lo spaesamento del defunto della tradizione tibetana, l’elencazione degli oggetti messi a sua disposizione come se ancora fosse vivente, il miraggio di un grande mare dell’oblio in cui sia finalmente possibile posarsi e dissolversi gioiosamente, come pura luce.
Quel labirinto di buio, la memoria riempie, a volte, di echi di suoni, risonanze di voci, parole che si perdono, nostalgia.
a Mario, a mio padre Alcide
Vorrei ringraziare Alhambra Superchi – direttore del coro di voci bianche del Teatro Comunale di Bologna, Monica Garuti, Andrea Ruggeri, il Professor Gabriele Burzacchini, Vittorio Pettinella e Guglielmo Papa.
Tiziano Popoli (13 agosto 2017)
Emozionato e onorato, ho accettato l’invito di Massimo Simonini a contribuire a un concerto in memoria di Mario Zanzani. La sua modestia, il suo modo di fare accogliente e caloroso, il suo riflettere con un sorriso mi accompagnano ancora, quando penso a lui. Il suo inglese era scarso tanto quanto il mio italiano, e quindi comunicavamo molto con i gesti e le espressioni. Ora questo concerto per me è un’occasione di guardare indietro – ma anche avanti – verso le grandi opportunità che il Festival AngelicA mi offre da più di venti anni. Le tante performance che ho potuto presentare non solo a Bologna, ma anche a Modena e Reggio Emilia, sono state, e sono tuttora, un’opportunità rara e gradita. E anche le parole di Massimo, che dopo ognuno dei miei show mi dice “Penso che questo non sia il tuo pezzo migliore”, sono un costante incoraggiamento a raggiungere, un giorno, la sua impossibile soddisfazione…
Sono orgoglioso di poter contribuire ad AngelicA con alcune delle mie composizioni; le sue caratteristiche uniche sono una curiosità, varietà e apertura critica permeate ancora dallo spirito, umorismo, intelligenza e sostegno dei giorni in cui conobbi Mario e Massimo per la prima volta, nel 1994. E spero, anzi sono sicuro, che continuerà ad essere così. Ne abbiamo bisogno.
Un grazie va anche a Nicola Sani, al Teatro Comunale di Bologna e al festival Bologna Modern per questa serata speciale dedicata a Mario.
Heiner Goebbels (agosto 2017)
Tiziano Popoli
Tiziano Popoli è compositore, pianista e performer. Ha creato colonne sonore cinematografiche, musiche di scena e sound design per spettacoli e performances teatrali, coreografie e installazioni acustiche. Da molti anni si occupa di field recordings e documentazione sonora di luoghi e ambienti. È direttore artistico di Rimusicazioni Film Festival di Bolzano. Ha ricevuto commissioni per composizioni da AngelicA – Festival Internazionale di Musica – Bologna, Festival Periferico – Modena, Festival Sonata Islands – Trento, Ares Festival – Siracusa, Festival Audiobox – Matera, Comitato per le celebrazioni della strage del 2 agosto di Bologna, Quartetto Borciani, Centro Regionale Danza Aterballetto, Fondazione Villa Ghigi – Bologna, Teatro Comunale di Iesi, Gruppo Ocarinistico Budriese, Rimusicazioni Film Festival – Bolzano, Rai Radio 2, Rai Radio 3, Rai Bolzano, Radio Svizzera.
Tra le sue collaborazioni e progetti i gruppi Popoli – Dalpane Ensemble, N.O.R.M.A., 66six, Quartetto Borciani, Gaz Nevada, Skiantos, Gruppo Ocarinistico Budriese, e musicisti come Fred Frith, Chris Cutler, Mike Patton, Heiner Goebbels, Vinko Globokar, Butch Morris, Phil Minton, Tony Coe, Markus Stockhausen, Paolo Fresu, Enrico Rava, Gianni Gebbia, Vincenzo Vasi, Massimo Simonini, Grazia Verasani, Emilio Galante, Stefano Zorzanello.
Ha lavorato in teatro con Arturo Brachetti, Giorgio Gaber, Ugo Tognazzi, Marco Paolini, Aldo Giovanni e Giacomo, Koinè, Teatro della Valdoca, Joyful Theatre Seoul – South Corea, Ordibehesht Art and Theatre di Isfahan – Iran; per il cinema e video con i registi Gabriele Salvatores, Gianni Scamoni, Gianni Zanasi, Olivo Barbieri, Enza Negroni, Elisa Meneghetti, Marco Mensa, Marisa Montibeller, e per la danza con Cie Paco Decina, Cie Odile Cazes, Orazio Caiti – Aterballetto, Manon Peronne.
Heiner Goebbels
Nato nel 1952, Heiner Goebbels è musicista, compositore e regista teatrale. È autore di opere di teatro musicale, concerti in forma semiscenica, radiodrammi, composizioni per ensemble e per grandi orchestre. Esordiente negli anni ’70 con il duo Goebbels/Harth, poi seguito da esperienze come la Sogennantes Linksradikales Blasorchester e l’avant-rock trio Cassiber, fin dai primi ’90 Goebbels ha composto e diretto opere di teatro musicale uniche e ampiamente apprezzate, presentate ai più importanti festival mondiali. I suoi lavori sono stati eseguiti da formazioni come Ensemble Modern, London Sinfonietta, Asko/Schönberg, Brooklyn Philarmonic, Hilliard Ensemble, e diretti da Sir Simon Rattle, Peter Eötvös, Lothar Zagrosek, Peter Rundel e numerosi altri. Ha inoltre creato installazioni per il Centre Pompidou di Parigi, il Museé d’Art Contemporain di Lione, Documenta di Kassel, l’Albertinum di Dresda, e recentemente il progetto New Space per il Theatre of Nations di Mosca. Il Festival AngelicA, dove alcune delle sue composizioni per orchestra furono eseguite per la prima volta in Italia nel 1995, ha prodotto o co-prodotto sue performance musicali a Bologna, Modena e Reggio Emilia (La Ripetizione, Stifters Dinge, Songs of Wars I Have Seen, Die Befreiung des Prometheus, concerti con orchestra) e l’etichetta i dischi di angelica ha pubblicato il cd The Italian Concerto. Attualmente è docente presso l’Istituto per gli Studi Teatrali Applicati dell’Università Justus Liebig di Giessen (Germania), Presidente dell’Accademia Teatrale dell’Assia. Ha ricevuto numerosi premi internazionali, tra cui due nomination ai Grammy Awards, l’International Ibsen Award 2012 e un dottorato onorario dalla Birmingham City University (Regno Unito). Dal 2012 al 2014 è stato direttore artistico del Festival Internazionale delle Arti – Ruhrtriennale, per il quale ha diretto le raramente messe in scena Europeras 1&2 di John Cage, Delusion of the Fury di Harry Partch e De Materie di Louis Andriessen. Numerosi suoi cd sono usciti su ECM Records, e un’antologia di suoi testi sul teatro e la musica, intitolata “Aesthetics of Absence”, è stata pubblicata nel 2015.
Ermanno Cavazzoni
Ermanno Cavazzoni (Reggio Emilia 1947) è scrittore e sceneggiatore. Nelle sue storie predomina il gusto del paradosso e l’attenzione a figure marginali ed eccentriche, che meglio rappresentano la visionarietà dell’esistenza umana. È stato fondatore della rivista “Il Semplice” (Feltrinelli, 1995-96) e dal 2007, insieme ad alcuni amici (Gianni Celati, Jean Talon…) ha dato vita alla collana di narrativa “Compagnia Extra” per la casa editrice Quodlibet. Dal suo romanzo più noto, Il poema dei lunatici (1987), il regista Federico Fellini ha tratto il film La voce della luna (1990). Ha scritto anche: Le tentazioni di Girolamo (1991), che ingloba le peculiarità del suo stile tendente al surreale; I sette cuori (1992); Vite brevi di idioti (1994), un originale collage di personaggi strampalati; Cirenaica (1999, riedito poi come La valle dei ladri); Morti fortunati (2001); Gli scrittori inutili (2002); Storia naturale dei giganti (2007); Il limbo delle fantasticazioni (2009); Guida agli animali fantastici (2011); Il pensatore solitario (2015, Premio Mondello 2015) e Gli eremiti del deserto (2016); di imminente uscita un romanzone di fantascienza. Ha scritto testi per musica (l’opera Esame di mezzanotte, musica di Lucia Ronchetti, Mannheim 2015), diretto il film Vacanze al mare (2014) e curato altre sceneggiature. Per AngelicA ha scritto il libretto dell’Opera “Galleria San Francesco” di Tristan Honsinger (2002).
Gianni Gebbia
Nato a Palermo nel 1961, Gianni Gebbia è sassofonista, compositore e autore di colonne sonore e video. Autodidatta, compie le prime esperienze dalla fine dei ’70 sul versante della musica improvvisata, e collabora con gruppi influenzati dal pop progressive, dal movimento “rock in opposition” e dal nuovo folk (Rakali e Shamàl). Nel 1980 si trasferisce a New York dove viene direttamente influenzato dalle esperienze di contaminazione radicale della “no wave” e dal jazz creativo della scena dei loft animata da Sam Rivers. A partire dalla metà degli ’80 ha partecipato, come solista o alla guida di varie formazioni, a numerosi festival internazionali, tra i quali ricordiamo Mulhouse, Noci, Imola Jazz at the Rock, AngelicA, Banlieues Bleues, Total Music Meeting Berlin, Yokohama Jazz, Victoriaville, Saalfelden, Ruhr-Triennale, Beyond the Innocence/Osaka.
È considerato uno tra i maggiori esponenti della seconda generazione della musica improvvisata in Europa, e della tecnica della respirazione circolare, appresa da ragazzo sotto la guida del leggendario maestro di launeddas sarde Dionigi Burranca. Dal 2002 a oggi ha approfondito lo studio della meditazione Zen in Giappone presso il monastero di Sogenjii ad Okayama, e ha avuto modo di suonare assieme a molti maestri di musica tradizionale giapponese, affinando ancor più le sue ricerche sul soffio e sul suono.
Ha collaborato con musicisti quali Peter Kowald, Fred Frith, Heiner Goebbels, Jim O’Rourke, Lee Ranaldo, Gunther Sommer, Eiko Ishibashi, Glen Velez, Wadada Leo Smith, Louis Sclavis, Evan Parker, Antonello Salis, Miya Masaoka, Carl Stone, Henry Kaiser, Milford Graves, e con registi, attori e danzatori come Raul Ruiz, Leo De Berardinis, Roberto Andò, Vanessa Redgrave, Masaki Iwana, Tadashi Endo, e moltissimi altri. È stato inoltre consulente di Pina Bausch per la creazione di Palermo Palermo. Ha diretto numerosi festival tra i quali Palermo di Scena 1998 e 1999, O’oton 2015, Belluard Bollwerk Fribourg. Ha al suo attivo più di 40 incisioni a proprio nome e dirige la label indipendente objet-a.
Anna-Maria Hefele
“La voce da un altro mondo”, “La donna dalle due voci”, “La cantante polifonica dell’impossibile” – sono solo alcuni esempi delle descrizioni giornalistiche che hanno celebrato la straordinaria voce di Anna-Maria Hefele. Di punto in bianco è diventata una star in trasmissioni televisive come “Menschen der Woche” (SWR, con Frank Elstner), TV Total (Pro7, con Stefan Raab), Spiegel TV e Deutsche Welle, e il suo video Polyphonic Overtone Singing ha raggiunto più di 10 milioni di visualizzazioni su YouTube. Laureatasi in canto classico al famoso Mozarteum di Salzburg, Anna-Maria ha iniziato a scrivere composizioni per canto armonico polifonico nel 2006, e a esibirsi sia in solo che con diversi ensemble, come il quartetto Supersonus -The European Resonance Ensemble, il duo The Lady & The Cat, e l’Orchester der Kulturen. Suona inoltre arpa, jew’s harp e strumenti a fiato e a corda autocostruiti. Come compositrice e musicista ha lavorato per il balletto Garden of Other del coreografo canadese Dominique Dumais al Nationaltheater Mannheim (2012), e per gli spettacoli di teatro-danza di Yvonne Pouget, Die Füße und Ohren der Engel (2013) e La Cattedrale nel Vento (2014). Tra il 2014 e il 2015 è stata la musicista della troupe circense femminile Gynoides Project di Stoccolma. Ha cantato inoltre in cori prestigiosi come il Deutscher Jugendkammerchor, Europäische Obertonchor e l’Oberton München, ma è anche un’entusiasta estimatrice della musica folk Bavarese e della tradizione dello yodel, che pratica con il gruppo Garchinger Pfeiffer. Tra le sue pubblicazioni discografiche, l’ep Sveven (2015), Cantate Dominum Canticum Novum assieme al Kammerchor I Vocalisti, e Credo con L’Orchestra di Piazza Vittorio (entrambi 2016). Un cd con i Supersonus -The European Resonance Ensemble è di imminente pubblicazione su ECM Records.
Valeria Sturba
Polistrumentista, cantante e compositrice, suona violino, theremin, elettronica, looper, effetti, giocattoli. I suoi orizzonti musicali spaziano dalla musica d’autore al rock al tango, dall’improvvisazione all’elettronica, conservando una forte propensione per il minimalismo. Ha preso parte a incisioni discografiche, rimusicazioni di film muti, registrazioni di colonne sonore, reading. Ha partecipato a festival nazionali e internazionali come UmbriaJazz, Electromagnetica Theremin Fest (Cile), B-Classic e Maelstrom Fiestival (Belgio), Dancity, Hai paura del buio, Aterteater, LugoContemporanea, RoBOt, Flussi, Bergamo Jazz. I suoi principali progetti sono: OoopopoiooO, duo dadaista e surreale con Vincenzo Vasi, in cui sviluppa la ricerca sul theremin e la sperimentazione elettroacustica; Vale & the Varlet, duo elettropop con la cantante polistrumentista Valentina Paggio; S.T.U.R.B.A., quartetto avant jazz con Pasquale Mirra, Vincenzo Vasi e Francesco Cusa, in cui le sue composizioni si immergono in ampi spazi di improvvisazione radicale. Attualmente fa parte della “Grande Abarasse Orchestra” di John De Leo. Ha collaborato con: Tristan Honsinger, Enrico Gabrielli (Calibro35, Orchestrina Di Molto Agevole), Surgical Beat Bros, Fabrizio Puglisi, Mauro Ottolini e Sousaphonix, Cristina Donà, Médéric Collignon, Ermanno Cavazzoni, Stefano Benni, Tiziano Popoli, Edoardo Marraffa, Giancarlo Schiaffini, Luke Fischbeck e molti altri.
Vincenzo Vasi
Polistrumentista, compositore versatile e dallo stile surreale – suona infatti basso, theremin, marimba, vibrafono, elettronica, giocattoli e voce – è considerato uno dei musicisti più eclettici nell’ambito delle musiche eterodosse e non. Il suo stile spazia trasversalmente toccando vari generi, dalla sperimentazione elettronica sino al pop d’autore. Attivo sin dal 1990 nell’ambito della musica di ricerca con diversi progetti tra i quali Trio Magneto, Ella Guru, Gastronauti, Switters, Orchestra Spaziale, Etherguys, OoopopoiooO,il suo nome compare in più di sessanta incisioni discografiche. Collabora stabilmente con Vinicio Capossela, Mike Patton, Remo Anzovino, Mauro Ottolini Sousaphonix, Roy Paci; quest’ultimo è il produttore dell’album Vince Vasi QY Lunch (Etnagigante/v2). Di recente pubblicazione il disco di theremin solo Braccio Elettrico; PerFavoreSing assieme al pianista Giorgio Pacorig; OoopopoiooO con la polistrumentista Valeria Sturba. Ha suonato con Chris Cutler, Tony Coe, Butch Morris, Antonello Salis, Pierre Favre, Phil Minton, Paolo Angeli, Gianluca Petrella, Cristina Zavalloni, Otomo Yoshihide, Lol Coxhill, Zeno De Rossi Shtik, Pierpaolo Capovilla, Full Metal Klezmer, OminoStanco, Steve Piccolo, Wang inc., Joey Baron, Ikue Mori, Lukas Ligeti, John Zorn…
Aldo Sisillo
Ha compiuto gli studi musicali presso i Conservatori di Napoli e Bologna, e studiato direzione d’orchestra con i Maestri Massimo de Bernart, Vladimir Delman e Gianluigi Gelmetti. È stato invitato in qualità di direttore ospite da istituzioni sinfoniche italiane ed estere, tra cui l’Orchestra Haydn di Bolzano, l’Orchestra Alessandro Scarlatti della RAI di Napoli, la Arturo Toscanini dell’Emilia Romagna, l’Istituzione Sinfonica Abruzzese dell’Aquila, la European Union Chamber Orchestra, la Moravian Philarmonic Orchestra, l’Armenian Philarmonic Orchestra, l’Orchestra dell’Accademia Filarmonica di San Pietroburgo, l’Orchestra Filarmonica di Lubecca, la New Haven Symphony Orchestra, la Miskolc Symphony Orchestra, la Nordwestdeutsche Philarmonie, e Nurnberger Simphoniker. Ha diretto produzioni liriche per il Teatro Comunale di Bologna, Teatro dell’Opera di Roma, Varna Festival, Holland Festival, Teatro Nazionale di Atene e nei teatri di Modena, Ferrara, Lucca, Livorno, Pisa, Piacenza, Ravenna, Bergamo e Bolzano. Ha inaugurato le celebrazioni per il Centocinquantenario Pucciniano a Lucca, con una nuova produzione del ‘Trittico’. Nel primo anniversario della scomparsa di Luciano Pavarotti ha diretto a Modena il Requiem di Verdi. Nel 2008 ha inaugurato la stagione del Florida Grand Opera di Miami (USA) con una nuova produzione di Traviata. Nel 2010 ha diretto per il Maggio Musicale Fiorentino la prima esecuzione dell’opera Natura viva di Marco Betta e Ruggero Cappuccio.
Si è dedicato intensamente alla musica contemporanea, dirigendo numerose prime assolute per il Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano, Nuove Forme Sonore a Roma, l’Estate Chigiana di Siena e il Festival AngelicA di Bologna. Ha inciso per Fonit Cetra, Naxos e l’Hermitage e ha registrato numerosi concerti per la RAI. Ha inoltre composto musiche di scena per spettacoli teatrali presentati alla Biennale di Venezia, al Festival Mondiale di Nancy, al Festival di Santarcangelo, alla Rassegna dei Teatri Stabili di Firenze.
Affianca l’attività di interprete a quella di organizzazione e direzione artistica. È stato fondatore e direttore didattico e artistico dall’84 al ’94 dell’Orchestra Sinfonica Giovanile dell’Emilia Romagna e dal ’94 al ’96 coordinatore artistico e didattico dei corsi di formazione per orchestra della Fondazione Arturo Toscanini. Dal 1995 al 2000 è stato Segretario Artistico presso il Teatro Comunale di Bologna. Attualmente è Direttore e Direttore Artistico della Fondazione Teatro Comunale di Modena e Direttore Artistico del Festival delle Nazioni di Città di Castello. È docente presso il Conservatorio Arrigo Boito di Parma.
Alhambra Superchi
Nata a Parma, dove si è laureata in Scienze politiche ed istituzioni europee. Diplomatasi in canto lirico sotto la guida di Marina Gentile e Monica Bacelli presso il Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna, è stata allieva presso il Conservatorio di Musica “A. Boito” di Parma nelle classi di canto lirico di Lucetta Bizzi, e di Pianoforte con il Maestro Nuti. Ha frequentato il corso di composizione tradizionale. Attualmente si sta perfezionando con Monica Benvenuti. Intensa è la sua attività didattica rivolta soprattutto ai ragazzi della scuola primaria e secondaria di Parma e provincia. Dal 2002 collabora con il Teatro Comunale di Bologna in qualità di assistente alla “Scuola di voci bianche” e dal 2010, divenuta Maestro titolare, partecipa regolarmente alle Stagioni Liriche e Sinfoniche presenti in cartellone, non tralasciando il repertorio barocco, sacro, profano, popolare, folkloristico, spiritual/gospel. Inoltre nel 2011 ha istruito il coro per il Tour “Ivy I – Ivy II” della cantante Elisa; nel luglio 2012 ha collaborato nel Musical Les Misèrables di V. Hugo, musica di Schönberg; nell’ottobre 2013 ha partecipato al concerto inaugurale del 57° Festival Internazionale di Musica Contemporanea alla Biennale di Venezia, diretto da Roberto Abbado, eseguendo in prima assoluta Fonofania del compositore Claudio Ambrosini; mentre a novembre ha preparato Coro e solisti voci bianche per la favola musicale Il vascello incantato del compositore aquilano Marco Taralli oltre ai ruoli di Miles e Flora per l’opera The turn of the screw di Britten diretta da Jonathan Webb. Nel 2014 in occasione del Giorno della memoria ha preparato soli e coro nell’opera Brundibar di H. Kràsa, mentre per la Giornata della musica Martini Bianco, prima assoluta composta da Nicola Sani. Nel 2015 ha partecipato al Tour di Simone Cristicchi “Magazzino 18”, al Musical Evita e ha eseguito – nell’ambito del progetto “Resistenza illuminata, omaggio a Nono” – in prima assoluta Un canto lontanando mi stringeva il core del compositore bolognese Luigi Sammarchi nonché la partecipazione nel mese di ottobre al Festival Verdi di Parma, invito rinnovato anche per l’edizione 2016. Ultimo impegno la colonna sonora del film in lavorazione Opera Mundi.
Mario Zanzani (1948 – 2007)
Nato a Ravenna il 30 giugno 1948, Mario Zanzani si è laureato in Scienze Politiche, indirizzo politico economico (relatore era Romano Prodi), presso l’Università di Bologna. Ha iniziato come studioso di economia, in particolare sui problemi della moneta e dei cambi, scrivendo saggi e articoli su riviste teoriche “militanti” come “Primo Maggio” e “Sapere”. Successivamente si occupò di pianificazione per la Regione Emilia Romagna, facendo parte dello staff incaricato dell’elaborazione del 1° Piano regionale delle Acque e del 1° Piano Territoriale Regionale. Dalla fine degli anni 70, la doppia attività fra la pianificazione territoriale e l’organizzazione e produzione di eventi di cultura e spettacolo fu una costante della sua vita professionale. Nel 1981 pubblica assieme ad Andrea Ruggeri “Rinascimento Urbano – Mutazioni e immaginazione del nuovo a Bologna”, edito da Marsilio, sulla trasformazione della cultura delle città, e di Bologna in particolare. Nel 1981 fonda e dirige la rivista culturale “Quindi”, periodico di cultura varia a diffusione regionale, edito fino al 1984, che aveva al suo interno “Quando”, un calendario con gli avvenimenti in regione di cinema, musica, arte, teatro.
Dal 1990 inizia la sua attività di produttore in campo musicale. Nel 1991 costituisce l’Associazione Pierrot Lunaire, e fonda, assieme a Massimo Simonini, AngelicA – Festival Internazionale di Musica. È anche curatore di saggi e interventi sulla musica. Scompare nel maggio 2007, durante la 17esima edizione di AngelicA.
Il 16 luglio successivo la Cineteca di Bologna per il Festival Le Parole dello Schermo gli dedicò in Piazza Maggiore il cine-concerto “Requiem for a Dying Planet” sulle immagini dei film The Wild Blue Yonder e The White Diamond di Werner Herzog, con colonna sonora eseguita dal vivo dal jazzista olandese Ernst Reijseger, il cantante senegalese Mola Sylla, e l´ensemble sardo Cuncordu e Tenore di Orosei.
il ricordo di Gaetano La Rosa
Tutta la musica di cui avevamo bisogno
La prima volta che incontrai Mario Zanzani fu sul molo del porticciolo di Pantelleria. Arrivò insieme a un piccolo gruppo di bolognesi che avevo avuto in carico di accogliere sull’isola, da un caro amico di cui ero ospite.
Io, poco più che ventenne, e che di lì a poco mi apprestavo a trasferirmi a Bologna, a studiare arte e comunicazione al DAMS, cominciai così ad avere un po’ il sentore del clima e dello spirito di quella città, in quell’incontro inaspettato a pochissime miglia dalla costa africana. Mario, il raffinato ravennate trapiantato ormai da molti anni a Bologna, spiccò subito per amabilità, umanità e piacevolezza in quello scenario vulcanico, insaporito di cappero e di zibibbo.
Non passò molto tempo che lo rincontrai, in una notte in cui la terrazza innevata della grande casa di Strada Maggiore, da lui abitata insieme all’amico Ermanno Cavazzoni, fornì la materia prima per riempire lo schecker in cui raffreddavamo e da cui versavamo il gin Tanqueray dei nostri Martini cocktails, in coppe di vetro antico finemente lavorato a mano, molto probabilmente acquistate alla Piazzola. Si parlò di arte, letteratura, filosofia, musica, in un simposio di un ristretto ma ben nutrito gruppo di ospiti. Ricordo che mi regalò delle copie dei primi numeri della rivista Quindi, di cui era uno degli ideatori e realizzatori. Mi sembrò tutto molto bello e luccicante e regalò delle aspettative insperate alla mia scelta di lasciare Palermo.
E adesso, mi trovavo insieme a uomini di una gentilezza a me sconosciuta, che per esperienza ed età non potevano che colmare tutta la curiosità e desiderio di conoscenza che mi erano propri. Non era difficile da immaginare ma tutt’altro che scontato, ritrovarsi a fianco di Mario Zanzani e di poter contare sempre sulla sua amicizia, come raramente mi è capitato nella vita, durante e oltre la mia lunga permanenza nella città delle due torri, fino alla sua dolorosa perdita e mi verrebbe da dire oltre.
Ben presto, le rispettive conoscenze musicali, trovarono nell’ascolto della sua magnifica discoteca, nei rispettivi consigli e negli acquisti delle ultime novità, cui stavamo sempre molto attenti, molti punti in comune e diventarono la traccia su cui si sarebbero sviluppate importanti scelte future. Collaboravo a quel tempo, grazie all’invito di Bifo, con l’allora nascente Radio Città del Capo, conducendo una rubrica dedicata all’arte contemporanea. Amavo molto quella radio, e in particolare la trasmissione Umano Ovest di tal Tittina Spaventa, al secolo Massimo Simonini da Vignola, che ebbi modo di conoscere personalmente, prima a una sua mostra al Cassero di Porta Saragozza e successivamente condividendo temporalmente il servizio civile all’ARCI.
Diventammo molto rapidamente amici e ci riconoscemmo nella grande passione per le scene musicali più radicali e alternative del momento. C’era molta voglia di fare qualcosa nella città che più delle altre sembrava avere un forte interesse, e anche una capacità creativa e produttiva, nella musica di ogni genere. Massimo in proposito aveva le idee chiare e un progetto con l’autorevole sostegno critico di giornalisti specializzati e direttori di festival, ma la cosa stentava a decollare. Per me fu un attimo, capire che dovevo far incontrare il ravennate e il vignolese e vedere cosa ne sarebbe venuto fuori. Mario era allora l’unica persona a Bologna che avrebbe potuto dare conto all’irrequietezza e ramificazione delle idee musicali di Massimo.
E così fu.
L’idea di fondo era chiara, non si voleva diventare i propulsori di uno dei qualsiasi generi musicali, chiudendoci in uno dei tanti ghetti di musica corporativista chiamati festival.
Il passaggio dall’assenza di genere all’angelo necessario fu il detonatore che diede vita al battesimo della creatura musicale più caleidoscopica che si fosse mai vista fino ad allora: AngelicA – Festival Internazionale di Musica era finalmente nata.
Dopo diverse discussioni Mario e Massimo scelsero. Fui io a proporre quel nome: AngelicA.
Adesso sembra facile dirlo, ma di Mario Zanzani ce ne vorrebbero almeno uno per ogni città del nostro paese.
Gaetano La Rosa (31 agosto 2017)
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.