domenica 19 marzo 2017 – ore 20.30 – Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo
Shelter
Ken Vandermark sax tenore, clarinetto
Nate Wooley tromba
Jasper Stadhouders basso elettrico
Steve Heather batteria
a cura di Sergio Merino – Arco y Flecha
Biglietti
7€
Ridotti
2€ per studenti del Conservatorio G. B. Martini Bologna
5€ per studenti dell’Università di Bologna
la biglietteria aprirà 30 minuti prima dell’inizio del concerto
SHELTER è un collettivo di musicisti improvvisatori che combina gli stili compositivi di quattro figure importanti del panorama internazionale: Steve Heather (batteria), Jasper Stadhouders (chitarra elettrica e basso), Ken Vandermark (ance) e Nate Wooley (tromba). Anche se l’ensemble è relativamente nuovo, i membri del gruppo hanno percorso molta storia insieme: Nate Wooley e Ken Vandermark hanno lavorato in duo dal 2013 e pubblicato due album, North By Northwest e All Directions Home; Jasper Stadhouders a partire dalla primavera del 2014 ha suonato nel gruppo di Vandermark Made To Break, incidendo con loro quattro album, e uno nuovo che uscirà per Trost nei primi mesi del 2017; e Steve Heather è membro dell’International Improv Ensemble di Stadhouders.
Dopo un brillante tour europeo nell’autunno del 2015, iniziato all’Incubate Festival di Tilburg, gli Shelter si sono incontrati a Berlino nel maggio dell’anno successivo per due concerti e per una eccezionale session di registrazione, che verrà pubblicata come album per l’etichetta di Vandermark, Audiographic Records, nei primi mesi del 2017 in anticipazione del secondo tour europeo.
La musica degli Shelter nasce da una straordinaria gamma di risorse: da un essenziale impulso post-punk all’energia liberatoria del vero free jazz e, anche se si tratta solo di un quartetto in termini di dimensioni, è capace di diventare una vera orchestra per pienezza di suono e di tessitura – chitarra, basso elettrico, tromba, sassofoni tenore e baritono, clarinetto, percussioni ed elettronica: è questo il suono del futuro, oggi.
Steve Heather (AU-D) è un musicista freelance (batteria, percussioni, elettronica) e compositore, performer e autore di installazioni, oggi residente a Berlino. Nato a Melbourne in Australia, Steve ha studiato percussioni e improvvisazione al Victoria College of the Arts, e Performance Art e Teatro al Das Arts di Amsterdam. I suoi progetti musicali attuali spaziano dall’avangarde al free jazz, al noise, drone rock e disco progressiva, e includono Stiff Leather, Tub, Neu Trainers, The Still, Booklet, Lysn, Raft e The Splitter Orchestra. Steve ha lavorato con Martin Siewert, Toby Delius, Jon Rose, Cor Fuhler, Andy Moor, e Axel Dörner, tra gli altri.
E’ stato co-fondatore del nuovo gruppo di teatro/multimedia SXS Enterprise con Zacharias and Xander De Boer. Come sound designer, compositore e interprete, Heather lavora regolarmente nel campo della danza, del teatro, del cinema, dei nuovi media e delle performance, e ha collaborato con The Netherlands Dance Theatre, Sandra Parker Dance, Scapino Ballet, Ivana Müller, United Sorry e Dansgroep Amsterdam.
Jasper Stadhouders (NL), improvvisatore, compositore e organizzatore di concerti, suona chitarra elettrica e acustica, e basso elettrico. E’ co-fondatore delle band Cactus Truck (con John Dikeman e Onno Govaert), dello Stadhouders/Govaert/De Joode Trio e suona in formazioni molto diverse come Made To Break (con Ken Vandermark, Christof Kurzmann e Tim Daisy), Spinifex, Amsterdam Real Book e con i Lily Déjà Vu con Ingrid Laubrock.
Nell’ottobre 2014, gli Ex hanno invitato Jasper in Etiopia per fare una serie di concerti ad Addis Abeba con il leggendario sassofonista Getatchew Mekuria. Altre band con cui ha suonato comprendono The Black Napkins, MAN, the Bureau of Atomic Tourism (BOAT), Michael Moore’s The Persons e lo Ingebrigt Håker Flaten Chicago Sextet; per il festival Incubate 2015 ha messo assieme un nuovo grande ensemble di improvvisatori europei, il Jasper Stadhouders International Improv Ensemble, il suo primo progetto come leader.
Ha sviluppato un approccio personale e fisico ai propri strumenti, utilizzando una vasta gamma di tecniche non-convenzionali. Lavora occasionalmente anche come compositore per la danza e il teatro, e come interprete di musica contemporanea. Ha suonato con Han Bennink, Ab Baars, Paal Nilssen-Love, Marshall Allen, Akira Sakata, Noel Redding, Andrew D’Angelo, Roy Campbell, Jeb Bishop, Mars Williams, Michael Vatcher, Priya Purushothaman e molti altri.
Nato a Warwick, Rhode Island nel 1964, Ken Vandermark ha iniziato a studiare il sassofono tenore all’età di 16 anni. Dopo una laurea in cinema e Comunicazione presso la McGill University conseguita nel 1986, la sua enfasi creativa primaria è stata l’esplorazione della musica contemporanea basata su metodi avanzati di improvvisazione. Nel 1989 si trasferisce a Chicago da Boston, e lavora da allora ininterrottamente sia come musicista che organizzatore in Nord America e in Europa. Nei primi anni 90 ha fatto parte dei The Flying Luttenbachers, ha fondato il proprio The Vandermark Quartet, e ha sostituito Hal Russell negli NRG Ensemble; da allora ha inciso e suonato dal vivo con molti musicisti di fama internazionale come Fred Anderson, Ab Baars, Misha Mengelberg, Peter Brötzmann Chicago Tentet, Hamid Drake, Terrie Hessels, Gastr del Sol, Mats Gustafsson, Elisabeth Harnik, Steve Heather, Didi Kern, Kent Kessler, Christof Kurzmann, Fred Lonberg-Holm, Paul Lytton, Lasse Marhaug, Joe McPhee, Andy Moor, Jason Moran, Joe Morris, Paal Nilssen-Love, Eddie Prevost, Eric Revis, Jasper Stadhouders, Chad Taylor, John Tilbury, Nasheet Waits e Nate Wooley.
Le sue attività correnti comprendono i gruppi Made To Break, Lean Left, Shelter, DEK, The DKV Trio, Fire Room; duetti con Paal Nilssen-Love, Tim Daisy, Terrie Hessels, e Nate Wooley, accanto alle esibizioni come solista. Nel 2014 ha fondato l’etichetta indipendente Audiographic Records, creata per documentare gli aspetti speciali del suo lavoro attraverso album e libri. Dal giugno del 2015 è stato co-curatore di Option, una rassegna musicale settimanale presso l’Experimental Sound Studio di Chicago. Oltre al sax tenore, suona anche i clarinetti basso e soprano, e il sax baritono.
Nate Wooley è nato nel 1974 a Clatskanie, Oregon, una città di 2.000 persone nel paese del legname nell’angolo del Pacifico nord-occidentale degli Stati Uniti. Ha iniziato a suonare la tromba professionalmente con il padre, sassofonista in una big band, all’età di 13 anni. Gli anni passati in Oregon, un luogo dai riferimenti temporali relativamente lenti e tranquilli, hanno instillato in Nate un’estetica musicale che ha informato tutto il suo fare musica negli ultimi 20 anni, ma che emerge in maniera particolarmente evidente nelle sue performance per sola tromba.
Nate si trasferisce a New York nel 2001, e da allora è diventato uno dei trombettisti più richiesti nelle fiorenti scene improvvisative, noise e sperimentali locali. Si è esibito regolarmente con icone come John Zorn, Anthony Braxton, Eliane Radigue, Ken Vandermark, Fred Frith, Evan Parker e Yoshi Wada, oltre ad essere un collaboratore di alcune delle luci più brillanti della sua generazione come Chris Corsano, C. Spencer Yeh, Peter Evans e Mary Halvorson.
Per i suoi concerti in solo, Wooley è stato spesso citato come parte di una rivoluzione internazionale nell’improvvisazione alla tromba. Assieme a Peter Evans e a Greg Kelley, Wooley è considerato uno dei protagonisti del movimento americano per ridefinire i confini fisici dello strumento, nonché per cercare di demolire il modo in cui la tromba viene percepita in un contesto storico ancora sovrastato da Louis Armstrong. Una combinazione di vocalizzazioni, tecniche estese estreme, rumore ed estetica del drone, amplificazione e feedback e rigore compositivo, ha portato un recensore a definire le sue incisioni da solista come “squisitamente ostili”.
Negli ultimi anni Wooley ha raccolto riconoscimenti internazionali per il suo originale linguaggio allo strumento. Time Out di New York lo ha definito “un trombettista iconoclasta”, e il Musicista Jazz dell’anno per Downbeat, Dave Douglas, ha detto di lui “Nate Wooley è uno dei più interessanti e insoliti trombettisti oggi viventi, e non è un’iperbole”. Il suo lavoro è stato presentato al palco SWR JazzNow a Donaueschingen, alla WRO Media Arts Biennale in Polonia, a Kongsberg, Mare del Nord, Music Unlimited, Festival Jazz di Copenaghen, e al New York New Darmstadt Festival.
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