mercoledì 21 ottobre 2015 – ore 21 – Arena del Sole – Bologna
40° anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini
(Bologna, 1922 – Ostia, 1975)
Giovanna Marini & Coro Arcanto
SONO PASOLINI
per coro a voci naturali e un lettore
di Giovanna Marini
(anteprima in forma di concerto – durata 75’)
testi di Pier Paolo Pasolini
musiche di Giovanna Marini
Giovanna Giovannini direzione
Giovanna Marini chitarra, voce
Antonello Pocetti lettore, movimento scenico
Gloria Giovannini preparazione del coro
progetto commissionato e prodotto da Teatro di Roma – Teatro Nazionale
una coproduzione di AngelicA, Arena del Sole, VIE Festival, Cineteca di Bologna
nell’ambito di Più moderno di ogni moderno. Pasolini a Bologna (settembre 2015 – marzo 2016) progetto speciale promosso da Comune di Bologna e Fondazione Cineteca di Bologna, nell’ambito delle iniziative Pasolini 1975/2015 riconosciute dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
soprani
Bruna De Nisi, Gloria Giovannini, Francesca Lateana, Anna Mele, Silvia Salfi
contralti
Marisa Anconelli, Francesca Bruni, Simonetta Gamberini, Valeria Giuliani
tenori
Giuseppe Gasparre, Fabio Santachiara, Luca Mazzamurro
bassi
Valerio Bertozzi, Mauro Caldari, Giorgio Franceschi
Ingresso 15 €
Info e prenotazioni: Arena del Sole
via dell’indipendenza 44, Bologna
t 051 2910910
biglietteria@arenadelsole.it
Presentando una copia della newsletter di AngelicA a VIE Festival avrai diritto al 50% di sconto sul biglietto
AngelicA per VIE Festival
AngelicA
Centro di Ricerca Musicale – Teatro San Leonardo
Via San Vitale 63-67, 40125 Bologna
t 051 240310
info@aaa-angelica.com
Il progetto SONO PASOLINI, commissionato e prodotto da Teatro di Roma – Teatro Nazionale, prevede due produzioni parallele legate alle forze e alle istituzioni delle rispettive città. Bologna presenta in forma di concerto un’anteprima di quello che sarà lo spettacolo in forma scenica in prima assoluta che si terrà a Roma al Teatro India il 27 ottobre 2015.
Il Coro Arcanto di Bologna è il coro che porta in scena il più ampio repertorio corale (quasi l’integrale delle opere per coro) di Giovanna Marini, si tratta dei progetti commissionati, prodotti e riscoperti da AngelicA, che dal 2004 tengono artisticamente legati coro e compositrice, grazie alla profonda intesa.
Pier Paolo Pasolini si trova di fronte a se stesso. Nel quarto canto del suo bellissimo poema in italiano Le ceneri di Gramsci, Pasolini dice: “Lo scandalo del contraddirmi, dell’essere / con te e contro te”.
Il lettore legge I giovani infelici, uno scritto postumo, redatto nei primi giorni del 1975, tratto da Lettere Luterane. Il coro ascolta, canta e commenta, ma sempre con parole di Pasolini. Non quelle in lingua italiana, la lingua che egli usa per i suoi saggi, bensì in friulano, la lingua di sua madre che lui ha studiato e voluto fortemente imparare, per parlare con i suoi concittadini e studenti.
Sulla scena si svolge uno strano confronto, l’italiano e il friulano, il Pasolini scrittore, critico e saggista e il poeta, che ha cantato con tanto amore e tanta poesia la sua giovinezza in Friuli. Le poesie sono tratte dalla raccolta La nuova gioventù, la cui prima edizione risale al 1975, l’ultimo libro pubblicato in vita da Pasolini, il segno della sua fedeltà alla poesia, in particolare a quella dialettale che ne aveva caratterizzato gli esordi. La collezione raccoglie, infatti, i due cicli delle poesie friulane, La meglio gioventù (del 1941-53) e La nuova forma de «La meglio gioventù» (del 1974), una riscrittura a venti-trent’anni di distanza dal primo.
L’attore, identificazione del Pasolini scrittore, critico e saggista, legge I giovani infelici e il coro, identificazione del poeta friuliano, interrompe continuamente la lettura finché si assisterà a un vero dibattito: Pasolini critico, analista, cineasta e straordinario maestro contro il Pasolini solo poeta, poeta che ricorda, rimpiange, evoca e canta “Viva el coragiu, el dolòur / e la nothentha dei puarèth!” (“Viva il coraggio, il dolore / e l’innocenza dei poveri”!). Il dibattito avrà luogo non solo sul piano verbale, quello degli scritti pasoliniani, ma anche sul piano scenico. Coro e attore divisi in piani, moduli differenti entreranno spesso in contatto confrontandosi scenicamente fino a toccare un profondo connubio ideologico e spirituale.
Il lavoro con il coro Arcanto dura da diversi anni.
Anni di crescita comune e reciproca nella scrittura di una buona partitura per coro da una parte e nell’arte di capire la partitura e darle vita dall’altra parte.
In quest’arte Giovanna Giovannini è maestra.
La collaborazione è incominciata quando il Festival AngelicA nella persona dei suoi direttori Massimo Simonini e Mario Zanzani mi dissero che volevano presentare a Bologna Oresteia e Troiane (quest’ultima che avevo scritto per lo spettacolo del grande e giovanissimo Thierry Salmon). Fu un’esperienza particolare quella della tragedia greca, il coro si impegnò a cantare in greco antico e con una magnifica musicalità e le parole s’integrarono perfettamente alle note della partitura e fu un nuovo successo del coro.
Avevo scritto una partitura su testo di Pasolini, I turcs tal Friul, e ancora Giovanna Giovannini ha recuperato quei pezzi dando loro nuova vita.
Poi, su commissione di AngelicA, mi chiesero di scrivere un pezzo per il Coro Arcanto e io proposi Le ceneri di Gramsci di Pasolini sottovalutando la scrittura di questo grande poeta, la sua libertà e profondità nella scelta delle parole con cui comporre il testo.
Con questo testo mi impegnai nella scrittura della partitura che fu complessa e difficile. Per armonizzare i versi di Pasolini e dar loro un senso anche musicale e un fraseggio comprensibile, alla fine feci ricorso alle passioni popolari con la loro magnifica semplice e terrigna musicalità, ne usai quattro ponendole in filigrana nella partitura, mischiate arditamente con il testo, così da farle comparire, una parola qua e una là, insieme a quel testo così rarefatto e colto con la loro presenza salvifica. Giovanna Giovannini lungi dal preoccuparsi per l’insieme difficile e contrastato sciolse pazientemente i grovigli di note e parole dando fluidità e comprensibilità al tutto, tanto che quando lo udii pensai: “Come ha fatto a fare esattamente quello che avrei voluto fare io?”
Infine venne Dentro e fuori al pentagramma, un’altra ostinazione di AngelicA nel voler ricantare per coro una selezione di brani che ho scritto per quartetto vocale.
Tutto questo diede vita nel 2012 a Trilogia per Bologna, una tre giorni corale dove ogni sera si presentava in forma integrale i programmi di cui sopra: Oresteia e Troiane, Le Ceneri di Gramsci con una selezione da I turcs tal Friul, Dentro e fuori al pentagramma.
Ora ci piace presentare questi pezzi in forma di antologia.
E’ stato un lungo lavoro, che copre più di dieci anni, anni di esperienze comuni, anche non facili, ma sempre superate con generosità e slancio da parte di tutti, il Coro Arcanto con Giovanna Giovannini non si sono mai sottratti alle fatiche di queste mie fantasiose partiture, ultima delle quali il Te Deum per un amico, che seguirà nel 2015 a questo momento in cui godiamo tutti insieme delle fatiche affrontate.
Ci fa molto piacere poter finalmente cantare cogliendo i frutti di tanto lavoro e portarlo a conoscenza degli altri, il pubblico, che merita anche lui un riconoscimento di preziosa curiosità e amore per la musica.
Giovanna Marini (2 novembre 2014)
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