lunedì 29 febbraio 2016 – ore 20.30
Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo
Presentazione del libro Pour Bruno. Memorie e ricerche su Bruno Maderna
a cura di Rossana Dalmonte e Mario Baroni (Libreria Musicale Italiana, Lucca 2015)
incontro con Rossana Dalmonte, Mario Baroni
a cura di Paolo Cecchi
lunedì 29 febbraio – ore 21.00
QUE LA MUSIQUE SONNE! prima assoluta
Silvia Mandolini violino
con la partecipazione di
Sandhya Nagaraja coreografia, danza
Iannis Xenakis (Grecia 1922 – Francia 2001)
Mikka, Mikka S (1971,1976) per violino
Roberto Cima (Italia, 1967)
L’Angelo di Klee (2014) per violino – prima assoluta
Luciano Berio (Italia 1925 – 2003)
Sequenza VIII (1977) per violino
Massimiliano Viel (Italia, 1964)
Asterismi (2015)
per violino e suoni elettronici – prima assoluta
Silvia Mandolini, violino
con la partecipazione di Sandhya Nagaraja, coreografia e danza
musiche di Iannis Xenakis, Luciano Berio, Roberto Cima, Massimiliano Viel
a cura di Silvia Mandolini
Ingresso 7€
5€ per studenti dell’Università di Bologna e Conservatorio G. B. Martini Bologna
La biglietteria del Centro di Ricerca Musicale aprirà 30 minuti prima dell’inizio del concerto
Nel 1971, Iannis Xenakis scrisse la sua prima composizione per violino solo, Mikka, un breve brano formato interamente da una linea in glissando continuamente fluttuante. Quattro anni dopo ci aggiunse Mikka “S” (la “s” presumibilmente sta per “Salabert”, il nome dell’editore musicale). Anche questo secondo è breve e basato sul glissando, ma contiene più variazioni ed è considerevolmente più difficile per l’esecutore. Xenakis, nelle sua perenne ricerca di oltrepassare i limiti tecnici e concettuali, decise di aggiungere una seconda voce alla singola linea quasi da oscillatore elettronico di Mikka. Mikka “S” richiede quindi la produzione di due linee di glissandi, che procedono su due corde in maniera semi-indipendente. Anche la struttura è più elaborata, con sezioni vivaci ed altre di maggiore stasi. Il passaggio finale aggiunge un’ulteriore novità, richiedendo di articolare lo scivolamento del glissando mediante colpi d’arco, aggiungendo uno strato ritmico che convoglia un maggior senso di propulsione oltre a offrire possibilità di figure e fraseggi.
La Sequenza VIII, scritta nel ’76 per Carlo Chiarappa, è parte del ciclo compositivo a cui Luciano Berio si dedicò a partire dal 1958 per più di 30 anni consegnando alla letteratura musicale uno dei suoi capolavori, è destinata al violino solo. Costantemente appoggiata “su due note (La e Si) che, come in una ciaccona, costituiscono la bussola nel percorso abbastanza differenziato del pezzo…, Sequenza VIII diventa, inevitabilmente, un omaggio a quel culmine musicale che è la Ciaccona della Partita in re minore di Johann Sebastian Bach in cui – storicamente – coesistono tecniche violinistiche passate, presenti e future” (L. Berio).
“L’ angelo di Klee si ispira alla nota immagine apocalittica creata da Benjamin partendo dal quadro intitolato “Angelus Novus” di Klee. L’angelo ha il viso rivolto al passato, e davanti ai suoi occhi vede solo una catastrofe che senza tregua accumula rovine su rovine rovesciandole ai suoi piedi. Egli vorrebbe trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto, ma una tempesta che spira dal paradiso lo spinge irresistibilmente nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine sale davanti a lui al cielo.
Suono, gesto, silenzio: all’inizio il suono sembra volersi affermare in modo perentorio, il gesto vorrebbe imitare con slancio le fantasiose volute di un ampia cadenza, eppure quei suoni non presentano un reale sviluppo ma restano ancorati in se stessi in una sorta di impossibilità evolutiva ed in totale contrasto con l’articolazione accesa del gesto, imbrigliato nelle 4 altezze prefissate. Stesso contrasto tra gesto e suono nella sezione successiva, in cui l’esecutore letteralmente si blocca in una tesa staticità fisica, in netta contrapposizione al rapido flusso di note che finirà per travolgerlo e spingerlo verso una zona di sonorità frammentate, ridotte a gesti meccanici internamente sconnessi o inframmezzate ad effetti percussivi di arco o di mano sinistra, in una graduale intensificazione che porterà all’esplosione drammatica della sezione centrale del brano. Un elemento grottesco darà vita a poco a poco ad una vera e propria aggressione sonora, una inarrestabile distorsione timbrica che giungerà a trasfigurare se stessa culminando in un vero e proprio grido. Tutta l’ultima sezione rimarrà ancorata a questo Do# iperacuto, alternato al suono fruscio dei crini sul bordo dello strumento in una progressiva rarefazione sonora con l’effetto di un allontanamento prospettico. Sulla battuta conclusiva l’esecutore dovrà alzare l’arco “con gesto ampio e lento” mentre dallo strumento continueranno a sentirsi gli schiocchi lievi dei polpastrelli sulla tastiera prima di consegnarsi al silenzio.” (R. Cima)
“Un asterismo è un insieme di stelle che vengono riconosciute in quanto gruppo a causa della configurazione geometrica con cui appaiono nel cielo, come ad esempio avviene per le costellazioni. Asterismi per violino e suoni elettronici ferma nello spazio e nel tempo il contenuto musicale di un altro brano, Costellazioni, che invece è diverso a seconda del luogo e dell’istante in cui viene eseguito. E lo ferma a Boston, negli USA, il 25 aprile 2015 alle 8 di sera, cioè al momento della sua prima esecuzione.
Dalla posizione delle stelle sopra il cielo di Boston durante l’esecuzione di Costellazioni vengono ricavati i parametri che modificano gli elementi della partitura, che è quindi sì un’opera aperta, ma viene ogni volta chiusa dal firmamento al di sopra del pubblico durante il concerto. Di tutte le stelle più luminose sopra l’orizzonte, solo alcune vengono scelte e collegate tra di loro da linee immaginarie come a formare nuove costellazioni, nuovi asterismi. Mirfak, Sadr, Zaurak, Errai e Albireo sono i nomi di alcune delle stelle che dal cielo sopra gli Stati Uniti di 10 mesi fa hanno fissato i suoni di Asterismi. L’elettronica, anch’essa congelata nel tempo, ripete i comandi, scritti in un codice particolare con cui manovra lo strumentista, mosso da logiche che lo sovrastano. Il brano è stato appositamente scritto per Silvia Mandolini. (Massimiliano Viel)
Roberto Cima, violoncellista e compositore, ha studiato con maestri quali Pierre Fournier, Radu Aldulescu, Boris Pergamentschicov, e il “Quartetto Amadeus”. Nel 1993 ottiene il diploma di “Masterklassenpodium” presso la Hochschule für Musik di Monaco di Baviera sotto la guida del M° Walter Nothas.
In questi ultimi anni, all’attività violoncellistica, ha affiancato con impegno sempre più assiduo la composizione, diplomandosi in musica elettronica e composizione con il massimo dei voti presso il conservatorio “G.B.Martini” con Lelio Camilleri, Cesare Augusto Grandi e Cristina Landuzzi. Sue composizioni sono state eseguite in occasione della “Giornata della Memoria” presso il Teatro Comunale di Bologna, sempre al Comunale “L’odore della terra del viaggio e dell’esilio” e “I giorni della Resistenza”.
Nel 2014 vince il concorso di composizione “…a Camillo Togni”, che gli consente tra l’altro la pubblicazione del brano per la Suvini-Zerboni. Nel 2015 il brano “Sei gradi allo zero” per quartetto d’archi viene selezionato dall’associazione Piero Farulli e proposto alla Casa Ricordi. Con lo scrittore Ermanno Cavazzoni, ha curato recentemente una “rilettura” di alcuni degli ultimi racconti di Franz Kafka.
Massimiliano Viel è nato a Milano nel 1964. Le sue molteplici attività come compositore, tastierista e sound designer lo hanno portato a collaborare con ensemble e orchestre di tutta Europa e con compositori come, tra i tanti, Karlheinz Stockhausen, Luciano Berio e Fausto Romitelli. Contemporaneamente, ha sviluppato la sua ricerca estetica e tecnica nella scrittura musicale, realizzando partiture per strumenti acustici ed elettronici, dallo strumento solista alla grande orchestra. Si è inoltre interessato alla relazione tra la musica e le altre forme espressive, realizzando performance e installazioni in stretto contatto con il teatro, le arti visive e la danza. Nel 2001 è iniziata la sua collaborazione con Otolab, un collettivo italiano di pratiche audiovisive tra i più innovativi e conosciuti internazionalmente, con cui ha sviluppato innumerevoli progetti presentati in tutto il mondo. E’ autore di libri e articoli in ambito musicologico e didattico e docente presso il Conservatorio di Bolzano. Ha partecipato come esecutore, accanto a Voxnova Italia e Nicholas Isherwood, alla “Tre giorni per Karlheinz” dedicata da AngelicA 2015 a Stockhausen.
Silvia Mandolini, quebecchese di nascita (ma di genitori italiani e che in Italia è tornata a operare), è violinista per le più grandi orchestre – dall’Orchestre Baroque de Montréal a Santa Cecilia, dalla Victoria Symphony Orchestra del Canada, dove è stata solista, all’Orchestra della Rai. Dal 2008 è violinista stabile dell’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna. Dopo gli studi al Conservatorio di Montréal con Raymond Dessaints, e il perfezionamento all’Università McGill con Mauricio Fuks, Silvia Mandolini ha proseguito i suoi studi al Conservatorio di Milano con Daniele Gay e, sempre in Italia, ha frequentato i corsi di Maya Jokanovic e Carlo Feige. Con Fabio Sperandio è fondatrice del Zipangu Ensemble, che trae il suo nome dal omonimo pezzo di Claude Vivier ed è nato all’interno del Teatro Comunale di Bologna dall’incontro di musicisti con una già intensa attività alle spalle e attratti da nuovi repertori. Oltre alle individuali esperienze in qualità di cameristi e solisti con orchestra, comprende al suo interno vincitori di premi nazionali e internazionali a concorsi per solisti e in formazioni cameristiche, fondatori di trii e quartetti, ideatori e curatori di rassegne musicali. Il Zipangu ensemble ha esordito ufficialmente nell’edizione 2012 del Festival AngelicA, eseguendo musiche di Vivier e Gubaidulina, ed è stato invitato nello stesso anno a partecipare a MITO/Settembre Musica di Milano e Torino, presentando musiche di Schoenberg, Vacchi e Vivier. Sono tornati ad AngelicA nel 2015, eseguendo musiche di Cassandra Miller e una prima assoluta di Charlemagne Palestine.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.