venerdì 27 novembre 2020 – ore 21 – Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo – BOLOGNA //
A causa delle vigenti disposizioni governative e per misure precauzionali finalizzate a contrastare la diffusione del Covid-19, comunichiamo che il concerto è rinviato a data da definirsi
Per chi volesse ricevere il rimborso del biglietto acquistato:
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con la scansione del biglietto entro e non oltre il 13 dicembre 2020.
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entro e non oltre il 13 dicembre 2020.
——> Apartment House (Inghilterra)
——> APARTMENT HOUSE AT 25 PLAY JIM O’ROURKE AND MORE prima assoluta
Jim O’Rourke (Stati Uniti, 1969)
12 Dollars is A Lot (2020); versione per quartetto d’archi e nastro prima assoluta
Luiz Henrique Yudo (Giappone/Brasile, 1962)
A Quartet for Palladio (1998); per quartetto d’archi prima italiana
Joseph Kudirka (Stati Uniti, 1978)
21st Century Music (2008); per trio d’archi prima italiana
John Lely (Inghilterra, 1976)
Meander Section (2019); per quartetto d’archi prima italiana
Julius Aglinskas (Lituania, 1988)
“…” (2016); per quartetto d’archi e nastro prima italiana
Julius Eastman (Stati Uniti, 1940-1990)
JoyBoy (1974); per quattro strumenti prima italiana
Jim O’Rourke (Stati Uniti, 1969)
String Quartet and Oscillators 1 & 2 (1990); per quartetto d’archi e oscillatori
prima italiana
Apartment House:
Gordon MacKay violino; Mira Benjamin violino; Bridget Carey viola;
Anton Lukoszevieze violoncello, computer, iPad
musiche di Jim O’Rourke, Luiz Henrique Yudo, Joseph Kudirka,
John Lely, Julius Aglinskas, Julius Eastman
a cura di Walter Rovere
// con il patrocinio del British Council
Biglietti
8 €
ridotto 5 €
per studenti dell’Università di Bologna e del Conservatorio di Musica “G. B. Martini” di Bologna
ai possessori della Card Cultura verrà applicato uno sconto di 2 € sul biglietto intero
La biglietteria apre 30 minuti prima dell’orario del concerto
Prevendite
su www.boxerticket.it, www.ticketone.it
e punti vendita Ticketone
ATTENZIONE posti limitati – secondo le normative attuali
si raccomanda l’acquisto dei biglietti in prevendita
APARTMENT HOUSE AT 25 PLAY JIM O’ROURKE AND MORE
La mia ambizione nel formare Apartment House è stata semplicemente perché così avrei potuto suonare la musica che volevo suonare. Con un gruppo rock, pop o di improvvisazione ovviamente questo è ciò che fanno tutto il tempo e il modo in cui funzionano. Molti ensemble di musica contemporanea sono istituzionalizzati o sono dei collettivi, e hanno molti e diversi motivi per suonare quello che suonano… quello che io desideravo era invece decidere tutto da solo, e trovare i migliori musicisti con cui suonare ed eseguire i compositori che amo – un’idea molto semplice, in realtà.
Il programma che presentiamo raccoglie lavori molto diversi che rispecchiano le attività più recenti di Apartment House, ma anche rimandi a concerti e incisioni più indietro nel tempo. Negli ultimi anni abbiamo intrecciato una stretta relazione con l’etichetta britannica Another Timbre, che ha prodotto molti nostri album. I brani del concerto di stasera riflettono il nostro continuo impegno nella musica sperimentale. Spesso mi piace indagare figure di compositori dimenticati, come Julius Eastman, che solo recentemente sta avendo una massiccia riscoperta. Yudo, Lely, Kudirka e Aglinskas sono ciascuno compositori di grande personalità, che lavorano in aree estetiche musicali ristrette ma altamente focalizzate, creando opere che trovo belle quanto notevoli.
Infine, Jim O’Rourke, un uomo che si trova a suo agio nel fare le cose più diverse, mentre segue il proprio percorso nel mondo musicale. Avevo provato a contattarlo l’anno scorso, scrivendogli quanto ammiravo il suo lavoro e chiedendogli se avrei potuto suonare qualcosa di suo. Tutti mi avevano preavvisato che non avrebbe mai risposto. Dieci minuti dopo rispose, dicendo che conosceva bene Apartment House, avendo comprato diversi nostri album. Di lui eseguiremo uno dei primi lavori, String Quartet and Oscillators, e uno che ha riscritto appositamente per noi all’inizio di quest’anno, 12 Dollars… Che altro posso dire? È un vero originale.
Anton Lukoszevieze (16 marzo 2020)
Jim O’Rourke (1969) è stato a lungo associato alla scena sperimentale e improvvisativa della città dove è nato, Chicago. Si è poi trasferito a New York attorno al 2000, e da molti anni vive in Giappone, prima a Tokyo e più recentemente in collina a Yamanashi, vicino al Monte Fuji. Ha esordito nel 1989, come solista e come membro degli Illusion of Safety. Ha formato nel ’94 il trio avant-rock Brise-Glace con Darin Gray e Dylan Posa, e nello stesso anno si unisce ai Gastr del Sol, che si trasformano con il suo ingresso essenzialmente in una collaborazione a due con David Grubbs. Dal 1999 al 2005 ha fatto parte dei Sonic Youth, oltre a collaborare a progetti collaterali dei loro membri. Un’altra collaborazione di lunga data è quella creatasi in Giappone con Haino Keiji e Oren Ambarchi, assieme ai quali ha inciso nove album a partire dal 2010.
Ha prodotto e mixato artisti come Wilco, Stereolab, Superchunk, Kahimi Karie, Brigitte Fontaine, Quruli, John Fahey, Smog, Faust, Tony Conrad, The Red Krayola, Bobby Conn, Beth Orton, Joanna Newsom, U.S. Maple, Eiko Ishibashi.
Le sue uscite discografiche esplorano una gamma di stili che va dal noise post-industriale all’elettronica glitch alla musica rock e pop, e contano oltre 160 titoli, a proprio nome o condivisi con artisti come Gunter Müller, Loren MazzaCane Connors, Fennesz, Peter Rehberg, Mats Gustafsson, Merzbow, Nurse with Wound, White Out, Akira Sakata, John Duncan, Giovanni di Domenico e Brunhild Ferrari.
Dal 2013 pubblica sulla sua pagina Steamroom su Bandcamp materiali rari d’archivio e molti dei più recenti inediti della sua produzione.
Luiz Henrique Yudo (1962) è un compositore Olandese/Brasiliano di discendenza Giapponese. Si è formato come architetto presso l’Università di São Paulo, e successivamente ha studiato cinema al Nederlandse Film en Televisie Academie di Amsterdam.
Autodidatta in musica, ha studiato privatamente con il compositore brasiliano Damiano Cozzella e il compositore americano Tom Johnson. Molte delle sue composizioni nascono da immagini visive (strutture, labirinti, alfabeti, codici, motivi geometrici, architetture, dipinti, disegni, sculture, tessuti, numeri, tabelle), nelle quali individua un potenziale sonoro. I suoi sono spartiti caratterizzati da aspetti lasciati deliberatamente aperti al fine di invitare gli esecutori a svolgere un ruolo attivo nel processo creativo. Ne è un esempio anche il brano A Quartet for Palladio, la cui strumentazione è libera ma obbliga a una scelta ristretta tra altezze possibili, e il cui elemento ritmico è derivato da un disegno di Yudo dallo stesso titolo.
Luiz Henrique Yudo: Chamber Works – Apartment House è stato pubblicato da Another Timbre nel 2020.
Joseph Kudirka (1978) ha iniziato suonando il basso elettrico in band di jazz fusion e art rock. Studiando alla Northwestern University alla fine degli anni ’90, trova come insegnanti Michael Pisaro e Amnon Wolman, che lo indirizzano alla musica sperimentale. Passando alla CalArts University, vi incontra un’altra figura significativa per la sua formazione, James Tenney. Consegue poi il Dottorato di ricerca oltreoceano alla Huddersfield University.
Le sue opere sono state commissionate o eseguite in prima assoluta da musicisti ed ensemble quali Rhodri Davies, Daniel Plöger, Anton Lukoszevieze, Mark So, Phillip Thomas, Zinc & Copper Works, Wandelweiser Komponisten Ensemble, Edges ensemble, ed Ensemble Neue Horizonte Bern.
Apartment House ha inciso una selezione di suoi brani nel cd Beauty and Industry and other pieces (Another Timbre 2015). Del pezzo 21st century music (for Laurence Crane) Marc Medwin di Squid’s Ear ha scritto che: “è forse il più scioccante, non a causa di alcun metodo compositivo radicale, ma a causa delle armonie tradizionali, che suonano così crude mentre una si trasforma nell’altra. Non sembra possibile che un accordo di Sol minore possa suonare così scioccante come qui. Il tempo stesso sembra dissolversi, poiché c’è qualcosa di irresistibilmente Rinascimentale nelle armonie e nel modo in cui si muovono e si ripetono, ignorando ovviamente i tritoni! Questa è una musica straordinariamente priva di dogmi e tuttavia disposta a osservare la tradizione, se giustificato dalla costruzione dei pezzi.“
John Lely (1976) è un compositore, musicista e curatore di stanza a Londra. La sua pratica si concentra sulla composizione e l’improvvisazione con oggetti e strumenti acustici ed elettronici. È attratto dalla varietà dei suoni e dalle corrispondenze che possono emergere dall’uso di serie limitate di elementi musicali. I suoi brani esplorano il suono, il silenzio, la proporzione, il processo, la percezione e l’ascolto. Ha composto per Erik Carlson, Michael Duch, Mira Benjamin, il Tre Voci Cello Ensemble, Rhodri Davies e Philip Thomas. È inoltre impegnato in collaborazioni continuative con John Tilbury, Apartment House, Quatuor Bozzini e altri.
Importanti incisioni di suoi lavori sono: The Harmonics of Real Strings eseguito da Anton Lukoszevieze (Another Timbre 2014) e Seaside, con Dirar Kalash e John Tilbury (Another Timbre 2016).
È coautore, con James Saunders, di Word Events: Perspectives on Verbal Notation (Continuum / Bloomsbury 2012), un libro sulle partiture verbali. Dal 2005 è co-curatore di Music We’d Like to Hear, una serie di concerti descritta da TEMPO come “un’oasi di produzione musicale ponderata e idealista”.
Julius Aglinskas (1988) è compositore, produttore e tecnico del suono. Si è diplomato all’Accademia Lituana di Musica e Teatro (LAMT) nel 2014, specializzandosi con il professor Vytautas Barkauskas e con il professor Rytis Mažulis. Ha seguito masterclass a Vilnius, Rostock e nel Regno Unito con Wolfgang Rihm, Andrew McKenzie e altri noti compositori. Nel 2011 il suo brano per coro misto, The New Net In Two, gli è valso il terzo premio nel concorso Vox Juventutis, e nel 2013 i suoi Fragments for Two per due strumenti a tastiera hanno vinto il primo premio del LAMT Center for Music Innovation nell’ambito del festival Young Music (Jauna Muzika).
Le sue opere sono state eseguite in vari festival, tra cui Druskomanija, Brücken, Ahead, e Vasaros Klavišas.
La sua musica è spesso meditativa, caratterizzata da un andamento Feldmaniano, ma soffuso da una dose di nostalgia. Le sue composizioni, costruite con elementi aleatori, trasportano l’ascoltatore in una sorta di viaggio, nel quale timbro, sonorità e immaginazione costituiscono i cardini del suo linguaggio musicale.
Apartment House ha inciso il primo album a lui dedicato, Daydreamer, nel 2020 (Lithuanian Music Information and Publishing Centre).
Julius Eastman (1940) nato a Itaca, New York, studia pianoforte e composizione al Curtis Institute of Music di Filadelfia. Su suggerimento di Lukas Foss entra nei Creative Associates, un programma di musica classica d’avanguardia presso il SUNY Buffalo’s Center for the Creative and Performing Arts, dove conosce Petr Kotik, il leader dello S.E.M. Ensemble, del quale diventa membro nel 1971. Dotato anche di una notevole voce operistica, nel ’73 incide per la Nonesuch di Eight Songs for a Mad King di Peter Maxwell Davies. Si trasferisce a New York nel ’75, dove compone attorno al ’79 le sue opere più note per quattro pianoforti, Evil Nigger, Crazy Nigger e Gay Guerrilla. Partecipa come cantante a Dolmen Music (1981) di Meredith Monk, e intreccia una stretta collaborazione con Arthur Russell, dirigendo i suoi brani per ensemble e partecipando come organista e cantante alla registrazione di 24-24 Music (1982). Trova però poche occasioni per l’esecuzione delle sue musiche, e la dipendenza dalle droghe e uno sfratto portano anche alla perdita di molti dei suoi spartiti originali. Muore in solitudine a 49 anni.
Nell’ultimo decennio, compositori come Mary Jane Leach, Elliott Sharp e Luciano Chessa contribuiscono a ritrovare e a curare edizioni critiche e a organizzare performance delle sue composizioni.
Apartment House ha affascinato il pubblico della musica sperimentale e d’avanguardia per 25 anni. Creata dal violoncellista Anton Lukoszevieze nel 1995 (il nome viene dalla composizione di John Cage Apartment House 1776), si tratta di una formazione dall’organico e strumentazione sempre flessibili, il che permette una grande varietà di possibilità performative diverse: dal solo al quartetto all’ensemble, dai loro strumenti abituali all’uso di elettronica o degli oggetti più svariati. In questi anni l’ensemble ha accumulato un repertorio enorme e in continua espansione, che tocca i nomi dell’avanguardia storica (Cage, Messiaen, Kagel…) quanto giovani compositori contemporanei, o oscuri lavori degli anni ’60 o ’70 riscoperti in pubblicazioni o archivi d’epoca grazie al lavoro di ricerca di Lukoszevieze.
Dalla loro fondazione gli Apartment House hanno commissionato ed eseguito prime europee, americane o mondiali di compositori come Christian Wolff, Henning Christiansen, Harley Gaber, Antoine Chessex, John Lely, Luc Ferrari, Dieter Schnebel, Christopher Fox, Laurence Crane, Michael Parsons, James Clarke, Helmut Oehring, Clarence Barlow, Claudia Molitor, Alvin Lucier, Richard Ayres, Jim O’Rourke, George Rodgers, Egidija Medekšaitė Shri, Markus Trunk, Howard Skempton, Makiko Nishikaze, Laurence Crane, Tim Parkinson, Michael Pisaro, Lawrence Dunn, Julius Eastman, Leo Chadburn, Luiz Henrique Yudo, Zbigniew Karkowski, Louise Bourgeois, Amber Priestley, Arman Gushchyan, Arturas Bumšteinas, David Behrman e Philip Corner.
Hanno inciso album dedicati a Cornelius Cardew, Peter Garland, James Weeks, Christian Wolff, George Mačiunas, Laurence Crane, Joseph Kudirka, Antoine Chessex, Antanas Rekašius, Linda Catlin Smith, Michael Parsons, Philip Corner, John Cage, Alex Jang, Olivier Messiaen, Ryoko Akama, Adrián Demoč, Chiyoko Slavnics, Julius Eastman, Luiz Henrique Yudo e Julius Aglinkas, per etichette come Matchless, Cold Blue, i dischi di angelica, Lithuanian Music Information and Publishing Centre, e in particolare per Another Timbre. Hanno suonato nelle edizioni di AngelicA 2013 con Christian Wolff, e nel 2015 con Laurence Crane.
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