venerdì 10 maggio 2019 – ore 21.30 – Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo – BOLOGNA ()
> BRÖTZMANN / GANIA / DRAKE (Germania, Marocco, Stati Uniti) prima italiana
Peter Brötzmann sax alto, sax tenore, clarinetto, tarogato;
Maâlem Moukhtar Gania guembri, voce; Hamid Drake batteria, percussioni
musiche di Peter Brötzmann, Maâlem Moukhtar Gania, Hamid Drake
() con il patrocinio del Goethe-Institut Mailand
Biglietti
15 €
ridotto 8 €
per studenti dell’Università di Bologna e del Conservatorio di Musica “G. B. Martini” di Bologna
ai possessori della Card Musei Metropolitani verrà applicato uno sconto di 2 € sul biglietto intero
La biglietteria apre 30 minuti prima dell’orario del concerto
Prevendite
ZAMBONI 53
via Zamboni 53/C, Bologna
t 051 1998 0427
www.zamboni53store.com
www.boxerticket.it
“3 nomi, 3 culture, 3 continenti, 3 diverse concezioni di tempo e tempismo – questa è l’essenza di questo trio. Questo è ciò che dovremo mettere assieme. Sono abbastanza ottimista.”
Peter Brötzmann, Wuppertal, 1 Aprile 2019
Peter Brötzmann è uno tra i più importanti esponenti dello sviluppo di un approccio europeo unico alla libera improvvisazione fin dagli anni 60.
La sua carriera tuttavia è cominciata come artista visivo, come studente all’accademia delle Belle Arti di Wuppertal, e collaboratore del movimento Fluxus (fu assistente di Nam June Paik per la storica mostra Exhibition of Music del ’63, e ha partecipato assieme a Tomas Schmit al Fluxus festival di Amsterdam dello stesso anno).
Clarinettista autodidatta, è passato al sassofono suonando swing e bebop, prima di incontrare Peter Kowald nel 1962 e iniziare a sperimentare con lui forme di jazz più avanzate. Il loro trio con Sven-Ake Johansson del 1965/66 ha costituito la base, assieme al quintetto di Schoof e Schlippenbach, per la formazione della Globe Unity Orchestra. Nel ’67 e ’68 ha pubblicato con la propria etichetta BRÖ i suoi primi album, For Adolphe Sax e l’epocale Machine Gun (cui parteciparono anche Han Bennink, Evan Parker e Fred Van Hove), la cui furia rumoristica ha segnato una pietra miliare del jazz europeo. Nel 1969 con Jost Gebers ha poi creato l’etichetta FMP.
Seppur dotato di forte personalità, Brötzmann è anche un musicista estremamente duttile, e ha suonato con quasi tutti i principali esponenti della free music, dalle prime collaborazioni con Don Cherry (New Eternal Rhythm Orchestra) e con Steve Lacy (nella Globe Unity), alle partnership di più lunga durata come i trii con Bennink/Van Hove e Miller/Moholo, e i quartetti Last Exit (con Laswell, Sharrock e Shannon Jackson) e Die Like a Dog (con Kondo, Parker e Drake), oltre a sporadiche associazioni con molti altri artisti tra cui Derek Bailey, Cecil Taylor, Anthony Braxton e Jim O’Rourke. Dagli anni 80 collabora anche con musicisti giapponesi come Keiji Haino, Shoji Hano, Sabu Toyozumi, Toshinori Kondo, Michiyo Yagi e Takeo Moriyama. Alla fine degli anni 90 è nato il Chicago Tentet, una band allargata che metteva insieme alcuni tra i maggiori improvvisatori d’avanguardia di Chicago e di tutta l’Europa, rimasta in attività fino al 2012. Al momento dello scioglimento l’ensemble era composto da Ken Vandermark, Mats Gustaffson, Jeb Bishop, Joe McPhee, Johannes Bauer, Per Ake Holmlander, Fred Lonberg-Holm, Kent Kessler, Michael Zerang e Paal Nilssen-Love.
Anche nell’ultimo decennio il ritmo delle sue collaborazioni è rimasto impressionante; tra quelle di maggiore successo si possono elencare il quartetto Hairy Bones (con Kondo, Massimo Pupillo e Nilssen-Love), i duetti con Jason Adasiewicz, Nilssen-Love, Keij, il trio John Edwards e Steve Noble, e il più recente e sorprendente incontro con la pedal steel guitar di Heather Leigh. Durante tutti questi anni Brötzmann ha continuato a lavorare anche come artista visivo, firmando le copertine di tutti i suoi album, e nell’ultimo decennio l’interesse per la sua arte è aumentato notevolmente, portando a una serie di mostre presso importanti gallerie e pubblicazioni dedicate.
Maalem Mokhtar Gania Nato nel 1968 a Essaouira in una famiglia di musicisti profumata dall’incenso delle magiche notti delle cerimonie “Lila”, Mokhtar è uno dei quattro figli di Maalem Boubker Gania, uno tra i grandi maestri riconosciuti del genere di musica Gnawa. Originari del Mali, il gruppo etnico degli Gnawa, arrivato in Marocco nei primi anni del 18° secolo, ha incrociato la propria cultura puramente africana con quella marocchina, e oggi quella dei Gania è l’unica famiglia che ne ha autenticamente perpetuato le tradizioni.
Fin da giovanissimo Mokhtar ha accompagnato i concerti di suo padre e dei fratelli Mahmoud, Abdallah e Lahssen nelle loro serate musicali. Durante gli anni 80 Mokhtar è entrato nel gruppo del fratello maggiore Maalem Mahmoud Gania (diventato celebre negli anni 90 anche per le sue collaborazioni con musicisti come Bill Laswell, Pharoah Sanders e Peter Brötzmann, e prematuramente scomparso), e ha viaggiato con lui in tutto il mondo partecipando a importanti festival.
Nei primi anni 90, dopo aver avuto la speciale benedizione del padre che gli ha concesso di appellarsi Maestro (“Maalem”), Mokhtar ha fondato la sua band Africa Gnawa Experience e, oltre a continuare ad esibirsi in contesti tradizionali come il Festival Gnaoua di Essaouira, si è esibito in tutta Europa e Giappone e ha suonato dal vivo e inciso con artisti che vanno dal gruppo rock marocchino Jbara alla cantante maliana Oumou Sangare ai tedeschi Embryo, a jazzisti d’avanguardia come Graham Haynes, Bill Laswell, Hamid Drake, Peter Brötzmann, Joe McPhee, Jamie Saft, Jason Adasiewicz e molti altri.
Hamid Drake è sicuramente uno dei migliori batteristi viventi dell’ambito del jazz e dell’improvvisazione. Brillante, sensibile, spirituale e potente batterista di Chicago, Drake si è immerso fin da adolescente nell’ascolto di R&B e funk, e di tutta la Motown, Stax e Atco. Ha iniziato a suonare in band rock e R&B ancora giovanissimo, attirando l’attenzione di Fred Anderson col quale, dal 1974 in poi, instaura una duratura collaborazione. Altro incontro fortunato è quello con Don Cherry: viaggiare al suo seguito in Europa significò per lui un’occasione per esplorare ulteriormente l’infinito universo percussivo e per condividere il significato della spiritualità applicata alla musica.
Drake è stato inventivo supporto ritmico degli artisti più disparati, tra cui Herbie Hancock, Wayne Shorter, Archie Shepp, Pharoah Sanders, David Murray, Bill Laswell, Misha Mengelberg, Borah Bergman, William Parker, Georg Gräwe, Michel Portal, Michael Zerang, e in particolare suona da più di 20 anni con Peter Brötzmann, e nel DKV trio da lui formato con Kent Kessler e Ken Vandermark.
Nell’ultimo decennio ha dedicato sempre più parte della sua attività a progetti personali quali il gruppo Bindu e l’Indigo Trio (con Nicole Mitchell e Harrison Bankhead), e ha collaborato con molti musicisti del panorama europeo, come Paul Dunmall, Jan Bang, Eivind Aarset, Iva Bittova, Mats Gustafsson, e italiani, come Pasquale Mirra, Antonello Salis, Paolo Angeli, Gavino Murgia e Daniele Sepe.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.