giovedì 24 maggio 2018 – Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo – BOLOGNA Ø
– dalle ore 16 alle 19 – PROVA APERTA RISERVATA ALLE SCUOLE
– ore 21.30 – CONCERTO
> Orchestra del Teatro Comunale di Bologna – Tonino Battista direttore (Italia) prima assoluta
James Tenney (Stati Uniti, 1934-2006)
FORM 1 (1993) – In memoriam Edgar Varése (Stati Uniti, 1883-1965);
per ensemble variabile, non specificato, di fiati, ottoni, archi, percussioni
(per non meno di 16 musicisti) prima italiana
Giuliano d’Angiolini (Italia, 1960)
Ad ora incerta (2018); per flauto in do, oboe, clarinetto, fagotto, corno,
tromba in sib, pianoforte e archi prima assoluta #
Osvaldo Coluccino (Italia, 1963)
Destato nel respiro (2018); per 14 strumenti prima assoluta #
Alvin Curran (Stati Uniti, 1938)
Book Of Beginnings (2016) estratto; per 2 orchestre;
versione scritta per AngelicA (2018); prima assoluta #
Orchestra del Teatro Comunale di Bologna
Tonino Battista direttore
musiche di James Tenney, Giuliano d’Angiolini, Osvaldo Coluccino, Alvin Curran
# musiche commissionate da AngelicA
Ø una coproduzione di AngelicA e Fondazione Teatro Comunale di Bologna
Biglietti
10 €
ridotto 5 €
per studenti dell’Università di Bologna e del Conservatorio di Musica “G. B. Martini” di Bologna
ridotto 7 €
per abbonati del Teatro Comunale di Bologna
ai possessori della Card Musei Metropolitani verrà applicato uno sconto di 2 € sul biglietto intero
PROVA APERTA RISERVATA ALLE SCUOLE dalle ore 16 alle 19: 5 €
per informazioni Biglietteria Teatro Comunale t 051529019 – boxoffice@comunalebologna.it
Prevendite
ZAMBONI 53
via Zamboni 53/C, Bologna
t 051 1998 0427
www.zamboni53store.com
www.boxerticket.it
James Tenney – Form 1 – in memoriam Edgard Varése (1883-1965) (1993)
La composizione è stata scritta per un ensemble misto di fiati, ottoni, archi (colpiti, pizzicati o suonati con l’archetto), e di percussioni intonate; più strumenti ci sono meglio è, ma non meno di 16. Ogni musicista è equipaggiato con un cronometro, e non ha bisogno quindi di seguire un direttore d’orchestra. La partitura consiste di 57 segmenti temporali o “misure” di 20 secondi ciascuna, che indicano insiemi variabili di “altezze a disposizione”. Ogni musicista seleziona uno dopo l’altra le altezze date per quel particolare segmento nell’ordine che preferisce, ma favorendo altezze che non sente suonare da altri strumenti in quel momento. Ogni tono deve venire preceduto e seguito da una pausa, e mantenuto per l’intero respiro o per tutto il corso dell’archetto (per gli strumenti a fiato o suonati con archetto), oppure fino a quando non sia più udibile (se di piano, arpa, chitarra, vibrafono, ecc.) James Tenney
Giuliano d’Angiolini, Ad ora incerta (2018)
Armonia, che non esclude la disarmonia. Non possiamo dire niente di preciso su ciò che succederà in tale istante, dove, come. Indeterminazione. Giuliano d’Angiolini, 10 marzo 2018
Osvaldo Coluccino, Destato nel respiro (2018)
Un lavoro il cui fulcro, ancor più che in mie precedenti composizioni per un simile organico, è il suono; punto saliente ancorché coniugato, come precedentemente, a un’indole formale e interiore che, anche per altre vie, ne struttura e disegna il tempo e lo spazio.
La costante del “suono non-ordinario” permea dunque questo brano: il compositore come l’interprete sono richiamati a un’inesausta prova, la ricerca del suono molteplice, indecidibile, incodificabile, precario, a volte inaudibile e a volte distorcente – differente -, e alla non facile impresa della condivisione, del rendere “edibili” i propositi insiti nell’opera: se tanto è il cesellare sul rigo, tanto l’impegno nel renderlo performabile, così in chiusura del cerchio mi parrebbero necessari ascolti reiterati dello stesso brano nel tempo.
Ho suddiviso il brano in quattro parti. Succintamente: una prima parte in cui gli strumenti offrono variegatamente i loro amalgama timbrici misteriosi, con nuclei cangianti e micro-frasi che si intrecciano; una seconda in cui è come se il tempo si fermasse e delle isole di esperienze musicali dotate di ariosa levità o inusitata increspatura emergessero dal silenzio; una terza parte in cui un silenziosissimo flusso fragile di archi intonato a quarti di toni e di percussioni fa da letto a radi inserti di multifonici dei fiati e a una ritmica discrezione del pianoforte.
Nell’ultima parte gli strumenti, a loro modo, respirano. E basta. Non più, quindi, l’ambizione a, o il rendere conto di, essere “musicali”, di riportare ciò che la consuetudine di ascolto, da una formazione orchestrale, si aspetterebbe, ma, appunto, l’ineffabile respiro di una moltitudine, di enti nei loro moti più intimi, il quale chiude la scena e rilancia la sfida di questa mia nuova fase a un prossimo passo. Osvaldo Coluccino
Alvin Curran, Book of Beginnings (frammento) (2016) versione scritta per AngelicA (2018)
La Book of Beginnings, commissionata dal Festival di Donaueschingen, era in origine un’opera per due orchestre, una professionale e una di bambini, che suonano insieme ai due lati opposti di un’ampia stanza. Dal punto di vista musicale, si tratta di un vasto contenitore dei miei mondi musicali multilingue, che comprende due pianoforti meccanici programmati in base a contributi del pubblico.
Per AngelicA e l’orchestra da camera del Teatro Comunale ho scelto di presentare un arrangiamento estremamente ridotto di materiali dal “finale” di quest’opera, che comprende grandi cluster tonali scordati, improvvisazioni orchestrali su toni sostenuti e un frammento di chiusura tratto dalle Kinderzsenen di Robert Schumann…
Alvin Curran 2018
James Tenney (1934-2006) è nato nel New Mexico e cresciuto in Arizona e Colorado. Ha studiato alle Università di Denver e dell’Illinois, alla Juilliard School of Music e al Bennington College sotto la guida di maestri e riferimenti come Carl Ruggles, Edgard Varése, Lejaren Hiller, Kenneth Gaburo, Harry Partch e John Cage.
E’ stato tra i pionieri dell’elettronica e della computer music, collaborando con Max Mathews ai Bell Telephone Laboratories dal 1961 al 64 per lo sviluppo di programmi di sintesi del suono e composizione algoritmica. E’ autore, nel 1961, del primo esempio pubblicato di “plunderphonics”, Collage No.1 (Blue Suede), che manipola Blue Suede Shoes di Elvis Presley. Ha vissuto a New York lungo gli anni sessanta partecipando alle attività di Fluxus, del Judson Dance Theater e del Tone Roads Chamber Ensemble (1963-70) che co-fondò assieme a Malcolm Goldstein e Philip Corner. Negli stessi anni partecipò, come attore e autore delle colonne sonore, agli “scandalosi”, film dell’artista e sua compagna di vita Carolee Schneemann, tra cui il celebre Fuses (67). La sua musica è stata incisa da Arraymusic, Barton Workshop, Zeitkratzer, Quatuor Bozzini, Marc Sabat, William Winant, Sonic Youth ecc.
Giuliano d’Angiolini è nato a Roma, nel 1960. Vive a Parigi. È compositore, musicologo e etnomusicologo. (Giuliano d’Angiolini, 10 marzo 2018).
Giuliano D’Angiolini ha studiato composizione presso il Conservatorio di Santa Cecilia di Roma sotto la direzione di Aldo Clementi, e con Boris Porena nell’Associazione Culturale Arcadia. Ha inoltre studiato con Karlheinz Stockhausen a Roma nel 1983, seguito corsi di informatica presso il Centro di Sonologia Computazionale di Padova nel 1986, e di etnomusicologia presso l’Accademia Chigiana di Siena dal 1980 al 1982 (con Jean-Jacques Nattiez, Gilbert Rouget, Ivan Vandor e Simha Arom). Ha pubblicato studi musicologici e note di copertina per album sulla musica dell’isola greca di Karpathos e sulle polifonie vocali di Ceriana. Per la RAI ha registrato programmi sulla musica fiamminga e borgognona del tardo Medioevo. Ha diretto dall’83 il Festival di Musica Italiana Contemporanea presso l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi. Le sue composizioni sono state interpretate tra gli altri da Marie Kobayashi, Ensemble Ictus, Ensemble 2e2m, Ensemble Chrysalide, Melaine Dalibert, Quatuor Parisii, Manuel Zurria, Art Zoyd, Musiques Nouvelles, e pubblicate su cd antologici da Editions RZ e Another Timbre.
Osvaldo Coluccino (1963) è compositore e poeta. Sue composizioni sono state commissionate da Biennale di Venezia, Milano Musica, Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, Teatro La Fenice di Venezia, Orchestra della Toscana di Firenze, Compagnia per la Musica in Roma, e sono state eseguite in diversi festival in Europa, America e Asia.
Dischi monografici sono stati pubblicati dalle etichette Kairos (Vienna), Neos (Monaco), Col Legno (Vienna), Another Timbre (Sheffield), Die Schachtel (Milano)… Le sue opere sono state eseguite da rinomati ensemble (ad es. Ensemble Recherche, Exaudi Vocal Ensemble, Nieuw Ensemble), orchestre, direttori e solisti.
La sua musica è stata trasmessa dalle radio nazionali di Austria, Belgio, Francia, Germania, Italia, Olanda, Portogallo, Slovenia, Vaticano. Alcune sue partiture sono pubblicate dalle edizioni musicali RAI Trade. Compone musica dal 1979 ma ha anche svolto un’intensa attività di poeta fra il 1986 e il 2003, pubblicando (sino a oggi) quattro dei suoi otto libri e articoli su prestigiose riviste letterarie. Hanno scritto della sua opera poetica, fra gli altri, maestri della critica letteraria del Novecento come Stefano Agosti, Giuliano Gramigna e Giorgio Luzzi.
Alvin Curran (alvincurran.com) ha alle spalle una lunga e produttiva carriera come compositore / performer / creatore di installazioni sonore, scrittore, e insegnante sulla scia della tradizione di musica sperimentale americana. Nato a Providence (Rhode Island) nel 1938, ha studiato con Ron Nelson, Elliott Carter e Mel Powell, ed è stato co-fondatore del gruppo Musica Elettronica Viva nel 1966 a Roma, città dove vive attualmente. La sua musica, dalle opere da camera alla radio-art, al teatro ambientale su grande scala alle performance soliste, abbraccia tutti i suoni, tutti gli spazi e tutte le persone.
Ha insegnato presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica (1975-1980), il Mills College di Oakland, California (1991-2006) e la Hochschule für Musik di Magonza in Germania (2011). Ha tenuto numerosi workshop e pubblicato molti scritti sulla propria musica e quella di altri artisti; la sua pubblicazione più nota è the alvin curran fakebook (2015). Ha inoltre alle spalle migliaia di performance dal vivo e una discografia di oltre 30 album a proprio nome e 60 album in collaborazione con altri artisti. Un libro su di lui Alvin Curran: Live in Roma è stato curato da Daniela Tortora (2010).
Tra le sue opere e riconoscimenti recenti: Oh Man, Oh Mankind, Oh Yeah (2009); On Hearing The Brooklyn Bridge Sing In Yiddish (2010, pubblicato nel 2015); Circus Maximus per 17 musicisti, elettronica e un video di Theo Eshetu (2011); Toss And Find per la Trisha Brown Dance Company (2011); Maritime Rites New York per bande di ottoni su barche a remi (2012); Elson Lectureship – Università di Harvard (2012); Symphony 1.1 (Bologna, 2012); direttore della IATO Orchestra (2012-presente); Viola Voilà per 10 viole (2014); Beams Reykjavik (2015); The Book Of Beginnings per orchestra, orchestra giovanile, due pianoforti meccanici e app (2015). Altre opere: For Cornelius e Inner Cities per pianoforte (disponibile su cd); Schtyx per trio di piano – violino – percussioni (cd); Oh Brass on the Grass Alas per banda amatoriale di ottoni da 300 elementi; Crystal Psalms (cd), Erat Verbum, e Maritime Rites (cd) per performance radiofoniche; le installazioni sonore Toto Donaueschingen, Gardening With John, Torzam, e Shin Far Shofar; performance soliste da Songs And Views From The Magnetic Garden (cd) a Endangered Species (cd). Per AngelicA ha creato tra l’altro nel 2008 Boletus Edulis (musica pendolare), per viaggi in “treno preparato”, in occasione del trentennale del Treno di John Cage.
Tonino Battista La formazione e la pratica contestuale della direzione d’orchestra e della composizione conferiscono a Tonino Battista una particolare profondità di comprensione e interpretazione di partiture di tutte le epoche e la capacità di misurarsi alla pari con i nuovi linguaggi, inclusa l’esperienza elettroacustica e quella dell’improvvisazione. Queste qualità di interprete senza confini lo definiscono tra i più versatili direttori della scena internazionale e gli consentono di dominare un repertorio vastissimo, dal barocco al contemporaneo, passando per il teatro musicale, il musical e la musica applicata. Ha collaborato con i più grandi interpreti e compositori viventi, tenendo a battesimo numerosissimi lavori. Karlheinz Stockhausen lo ha annoverato tra i suoi interpreti preferiti.
Studia Pianoforte con Eugenio De Rosa e Composizione con Guido Baggiani. Prosegue con la formazione in Direzione d’Orchestra con Daniele Gatti e si perfeziona nella Direzione del repertorio moderno e contemporaneo sotto la guida di Peter Eötvös in Ungheria e in Olanda. Completa la sua formazione di compositore e direttore con Nono, Stockhausen e Bernstein.
Nel 1996, a Darmstadt, vince il concorso per direttore d’orchestra e dirige Mixtur di Stockhausen con l’Ensemble Modern di Frankfurt. Nel 1998 gli viene riconosciuto il premio annuale di Composer in Residence presso la Herrenhaus di Edenkoben, in Germania; nel 2000 è Composer in Residence presso l’Istituto GRAME di Lyon, in Francia. Dal 2000 al 2004 è direttore principale della Kyoto Philharmonic Chamber Orchestra con cui svolge un’intensa attività concertistica in Giappone come all’estero.
Dal 2009 è direttore principale del PMCE – Parco della Musica Contemporanea Ensemble, la formazione residente all’Auditorium Parco della Musica di Roma, e nel 2016 è stato nominato direttore residente per la musica contemporanea dell’OSA – Orchestra Sinfonica Abruzzese.
Tra i prossimi impegni, la prima mondiale della versione per orchestra da camera dell’opera LIFE di Glass-Lanting all’Auditorium Parco della Musica di Roma e la prima integrale italiana dello spettacolo The Yellow Shark di Frank Zappa per la serata inaugurale del 62. Festival della Biennale Musica di Venezia.
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