giovedì 3 maggio 2018 – ore 21.30 – Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo – BOLOGNA
> John King GUITORGANUM (Stati Uniti) prima assoluta
John King chitarra elettrica, elettronica
musiche di John King
a cura di Walter Rovere
> Eric Chenaux SLOWLY PARADISE / AngelicA (Canada/Svizzera) prima italiana §
Eric Chenaux voce, chitarra elettrica, elettronica
musiche di Eric Chenaux
a cura di Marco Stangherlin | Wakeupandream
§ con il sostegno di Pro Helvetia – Fondazione svizzera per la cultura, Istituto Svizzero di Roma
Biglietti
8 €
ridotto 5 €
per studenti dell’Università di Bologna e del Conservatorio di Musica “G. B. Martini” di Bologna
ai possessori della Card Musei Metropolitani verrà applicato uno sconto di 2 € sul biglietto intero
La biglietteria apre 30 minuti prima dell’orario del concerto
Prevendite
ZAMBONI 53
via Zamboni 53/C, Bologna
t 051 1998 0427
www.zamboni53store.com
www.boxerticket.it
Ho chiamato questa serie di composizioni per chitarra e live electronics “Guitorganum”, perché sono tutte basate su diversi modi musicali che usano l’idea del “cantus firmus” come punto di partenza. In maniera analoga allo sviluppo della polifonia al principio del X secolo, esploro le sovrapposizioni di strati multipli di timbri e di tessiture sonore, impiegando elettronica e campionamenti in tempo reale, e materiali preregistrati e processati. Questi elementi si fondono e si separano seguendo intervalli temporali differenti, basati sul caso e sulla spontaneità. John King
John King
John King compositore, chitarrista e violista, ha ricevuto commissioni da parte di ensemble e istituzioni quali Kronos Quartet, Face The Music, Belgrade Philharmonic (co-commissione con Aleksandra Vrebalov), Ethel quartet, The Albany Symphony/“Dogs of Desire”, Bang On A Can All-Stars, Mannheim Ballet, New York City Ballet/Diamond Project, Stuttgart Ballet, Ballets de Monte Carlo, e ha composto per Merce Cunningham e la sua Dance Co.
I suoi quartetti per archi sono stati inoltre eseguiti da Eclipse Quartet (Los Angeles) e Mondriaan Quartet (Amsterdam), e dal Secret Quartet, che ha eseguito molti suoi lavori in prima assoluta a The Kitchen, The Stone, Lincoln Center Festival e al Roulette, tra 2009 e 2015.
Ha scritto 7 opere: Ping e What is the Word, su testi di Beckett, presentate al Experiments in Opera Festival (2014) e Avant Music Festival (2016); Impropera, che usava testi scelti a caso da messaggi sms mandati dai telefoni cellulari dei cantanti; SapphOpera, un’opera da camera con frammenti da Sappho tradotti da Anne Carson; Herzstück/heartpiece, tratto da Heiner Müller, e presentato in prima nel 1999 al Warsaw Autumn Festival e alla The Kitchen nel 2000 (una doppia opera co-composta assieme a Krzysztof Knittel); La belle captive da testi di Alain Robbe-Grillet, inaugurata al Teatro Colon di Buenos Aires nel 2003, e portata poi all’ICA di Londra (Fronteras Festival) nel 2004 e alla The Kitchen nel 2005; e Dice Thrown, tratta dal poema di Mallarmé, presentata in versione scenica completa a CalArts nel 2010. Nel maggio 2015 Piano Vectors per sei pianoforti in un grande spazio è stata eseguita al Knockdown Center di New York.
Ha composto canzoni e musiche di scena per cinque lavori teatrali (The Tempest, Faust, The Trial, Steppenwolf e Wings of Desire) al Ludwigsburg TheaterSomer sotto la regia di Peter Kratz. Ha ricevuto numerose commissioni dal Brooklyn Youth Chorus, e collaborato con loro nel progetto “Black Mountain Songs”, presentato in prima alla Brooklyn Academy of Music nel novembre 2014 e successivamente in tour in Europa. È stato Music Curator alla The Kitchen dal 1999 al 2003 e dal 2002 al 2011 co-direttore del Music Committee della Merce Cunningham Dance Co.
Ha esordito discograficamente su cd nel 1989 con il suo trio Electric World, formato assieme a David Moss e Jean Chaine. Le sue composizioni per quartetto d’archi sono state pubblicate su Tzadik (10 Mysteries e All Steel) e Cantaloupe (Ethel). La sua incisione più recente è Ciphony (Gold Bolus Recordings), composta assieme a Gelsey Bell per un Event della Merce Cunningham Company diretto da Robert Swinston. Ha lavorato con Moniek Darge, Guy Klucevsek, Hoppy Kamiyama, Otomo Yoshihide, Annea Lockwood, William Parker, Joan La Barbara e moltissimi altri.
www.johnkingmusic.com
Slowly Paradise/AngelicA
Viva Angelica, Toto Angelica, Angelica Music. Tre grandi dischi di Misha Mengelberg, Alvin Curran e Christian Wolff rispettivamente. Penso a questi incredibili musicisti mentre rifletto sul mio ritorno ad AngelicA per suonare le canzoni del mio ultimo album, Slowly Paradise: mi concentro sul modo in cui la performance beneficerà dello spazio di ascolto riflessivo curato qui al festival. Mengelberg, Curran e Wolff sono tra i miei musicisti preferiti, tutti singolarmente distinti nella loro sfrenatezza riflessiva e sobrio “psichedelicismo”; nella sperimentazione con la forma, il suono, lo spazio, il tempo e il movimento.
Le improvvisazioni soliste di Mengelberg (tra cui l’ottima Mix Azure) vagano, giocano e sperimentano attraverso gli spazi tra forme conosciute, l’esilarante, il conciso, il dissonante, il malinconico e qualcosa che va oltre la bellezza, rendendo tutte queste cose strane e quasi familiari: il tutto è dannatamente giocoso!
C’è un pezzo in particolare di Christian Wolff a cui penso spesso e che in un certo senso mi ha spinto a tornare al songwriting nei tardi anni Novanta. I Like To Think Of Harriet Tubman è un brano musicale incredibilmente bello e forse una delle mie canzoni di protesta preferite. Wolff prende sul serio il gioco, e questo è evidente nel modo in cui lascia spazio alla sperimentazione e all’improvvisazione all’interno della performance. La sua musica crea più spazio di quanto ne occupi. Si sente spesso dire che “l’improvvisazione è una forma di composizione”. Christian Wolff mi fa pensare che il contrario possa essere molto più interessante: la composizione è una forma di improvvisazione. La musica di Alvin Curran è tra le più meravigliosamente strane che io abbia mai sentito. Il suo album Maritime Rites è uno dei miei dischi preferiti di sempre. Mi piace pensare ad Alvin come a un DJ: i DJ ascoltano, e poi condividono il loro ascolto come performance. Immagino che Alvin debba essere un eccellente ascoltatore, per fare la musica che fa. Spero che pensare a questi tre musicisti, che si sono tutti esibiti ad AngelicA, aiuterà la mia mente a rimanere concentrata mentre rifletto su come improvviserò e sperimenterò con la forma-canzone per questo concerto. Intitolare la performance Slowly Paradise/Angelica mi sembra un buon inizio. Eric Chenaux (marzo 2018)
“Eric Chenaux crea musica concettuale che non è pensata per sembrare concettuale. Opera nel mezzo di varie “tradizioni” ma forse, più in generale, i suoi dischi affrontano il rapporto tra improvvisazione e struttura in modi molto particolari, unici, idiosincratici – e senza ironia o cinismo, attraverso l’amore. Perché, fondamentalmente, Chenaux scrive canzoni d’amore, che canta con voce dolce e limpida, mentre la sua chitarra si piega delicatamente, si spalanca, ridacchia, diverge e decompone. Questa giustapposizione tra il suo cantare vellutato e le esplorazioni sperimentali (e altrettanto abili) della chitarra fanno esplodere anche le nozioni meno convenzionali di canto e accompagnamento. Il suo è un suonare la chitarra attorno e contro la voce, improvvisando “con se stesso” allo scopo di sorprendersi (lui come i suoi ascoltatori) mentre dispiega sequenze di voce e strumento che sono spesso sul punto di sembrare indipendenti, solo per catturare momenti di interdipendenza imprevisti e intimi: una definizione di libertà, come uno stato di apertura profondamente intenzionale, di presenza e gioco.” (www.cstrecords.com)
Da svariati anni vive a Parigi, ma Eric Chenaux è stato un caposaldo della musica DIY e sperimentale a Toronto negli anni ‘90 e 2000. Da leggenda del post-punk locale con Phleg Camp e Lifelikeweeds, ha poi sviluppato una padronanza tecnica e gestuale del tutto uniche alla chitarra acustica amplificata. Intrepido esploratore di musiche free-form e improvvisate, declinazioni folk, deviazioni jazz e sculture sonore, ha co-fondato nel 2002 l’etichetta di musica sperimentale Rat-Drifting, pubblicando progetti a nome The Guayaveras, The Draperies, Marmots, Drumheller e come trio The Reveries (coi quali si esibì ad AngelicA 2004, pubblicando poi il concerto su cd Rat-Drifting). Dal 2006 incide per Constellation Records: una discografia geniale che spazia dal folk più avventuroso, sontuoso, languoroso e decostruito, al jazz, fino alle ballate di influenza pop, radicate nella giustapposizione di una tecnica chitarristica asciutta e essenziale, e una voce stupendamente chiara e lirica. Eric compone anche colonne sonore e musica per la danza, e collabora regolarmente con altri artisti: tra di essi Marla Hlady, con la quale ha realizzato numerose installazioni sonore, e il regista Eric Cazdyn, con cui ha realizzato il film Play the Cube nel 2014. Ha fatto inoltre parte della band del musicista canadese Sandro Perri partecipando a vari suoi album, e ha suonato, tra gli altri, con Radwan Ghazi Moumneh, Martin Armold, Eloïse Decazes, Pauline Oliveros, John Oswald, Michael Snow, Han Bennink, Michael Moore, Martin Tétreault, ecc.
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