Incontri & Ascolti:
venerdì 27 maggio 2016 – ore 17.30 – Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo – BOLOGNA
> MEV 50 – Musica Elettronica Viva: Alvin Curran, Frederic Rzewski, Richard Teitelbaum
conduce Veniero Rizzardi
ingresso libero
venerdì 27 maggio 2016 – ore 21.30 – Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo – BOLOGNA
> MEV 50 – Musica Elettronica Viva + Pauline Oliveros (Stati Uniti)
Symphony 106 (The River) prima assoluta
Alvin Curran tastiere, shofar, campionamenti, oggetti;
Frederic Rzewski pianoforte, voce, oggetti, elettronica;
Richard Teitelbaum tastiere, campionamenti, piccoli strumenti;
+ Pauline Oliveros V-Accordion (fisarmonica digitale)
musiche di Alvin Curran, Frederic Rzewski, Richard Teitelbaum, Pauline Oliveros
Biglietti 12 €/ ridotto 8 €
per studenti dell’Università di Bologna e del Conservatorio di Musica “G. B. Martini” di Bologna
ai possessori della Card Musei Metropolitani verrà applicato uno sconto di 2 € a ogni concerto (eccetto concerto del 15 maggio a Modena)
La Biglietteria apre 30 minuti prima dell’orario del concerto
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Nel tour che festeggia i loro 50 anni di attività, gli imprevedibili “rivoluzionari” di Musica Elettronica Viva incontrano in esclusiva per AngelicA Pauline Oliveros.
I MEV, le cui radici musicali si potrebbero definire “archeologiche”, hanno cavalcato cinque decenni di onde fino a raggiungere una spiaggia di dimensioni sinfoniche. La nostra “sumphonia” (Ndt: parola creata da “sum”, somma, e “phonia”, suoni), ovvero il nostro suonare insieme, è il distillato di un processo di creazione musicale collettiva in tempo reale che dura da una vita. In breve: è composizione, o l’essenza di ciò che giace oltre la composizione stessa, sull’altro lato dell’“improvvisazione”. L’aspetto più radicale di questi lavori sta nel loro dominio strutturale di tonalità e tempo, intenzione e non-intenzione, silenzio e onnipresenza dell’ego umano. In queste sinfonie il fallimento è importante tanto quanto il successo, poiché i muri di suono sono equivalenti a delicate melodie monofoniche. I MEV riciclano l’immondizia di tutti i tempi per creare preziosa energia immateriale. Le loro “sinfonie” sono semplicemente stati raffinati di coscienza – una sorta di perpetuo presente musicale dove nessuno si preoccupa più di “cosa viene dopo”.
Alvin Curran
MEV, che si interpreti come “milioni di elettronvolt” o “Musica Elettronica Viva”, è sinonimo di rivoluzione. Tre giovani americani con master in composizione conseguiti alle università di Yale e Princeton si incontrano per caso a Roma, sulle rive del fiume Tevere, nel 1965. Nel giro di un anno fondano un gruppo musicale il cui scopo è quello di tornare indietro nel tempo, nella storia musicale, e ripartire da zero, fare tabula rasa, camminare sospesi nell’aria creando musica senza partiture o strutture predeterminate, senza direttori o alcun tipo di autorità eccetto il bisogno umano di unità. A partire da queste origini primarie e dalle loro composizioni spontanee di gruppo, i MEV si sono tramutati in leggenda, con mentori come Cage, Stockhausen e David Tudor e membri occasionali come Cardew, Chiari, Braxton, Steve Lacy, George Lewis e Maryanne Amacher, tutte figure di spicco nell’arte e nella poetica dell’umanesimo musicale sperimentale.
Negli ultimi decenni, i MEV hanno avuto un ruolo fondamentale nel trasformare l’arte dell’improvvisazione in una forma di composizione collettiva e un modus vivendi.
Per festeggiare il loro cinquantesimo anno in orbita, i MEV propongono un tour celebrativo con performance che durano tra i 60 e i 120 minuti, per le quali i produttori e il pubblico possono scegliere un titolo recante un numero: Sinfonia 106, 107, 108, 109, 110, 111…
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Alvin Curran (1938) è uno dei compositori più originali della scena contemporanea. Forte di studi con Ron Nelson, Mel Powell e Elliott Carter, diventa assistente di quest’ultimo, entrando a contatto con figure come quelle di Xenakis o Berio, nonché con l’ambiente di Darmstadt. Stabilitosi a Roma (dove suona nei pianobar di Via Veneto o si mantiene lavorando come fonico), inizia a comporre per la scena sperimentale teatrale e fonda MEV. Da allora la sua carriera si muove tra composizione e improvvisazione, a contatto con personalità che spaziano da Scelsi a Braxton, da Morricone a Evangelisti. Ha insegnato al Mills College di Oakland.
Pianista e compositore, Frederic Rzewski (1938) ha studiato con Walter Piston, Roger Sessions e Milton Babbitt alle Università di Harvard e Princeton. Trasferitosi in Italia nel 1960, diventa allievo di Luigi Dallapiccola e incontra il flautista Severino Gazzelloni, con cui si esibisce in diversi concerti, incominciando la carriera di esecutore di musica contemporanea per pianoforte. La sua lunga amicizia con Christian Wolff e David Behrman, insieme alla conoscenza di John Cage e David Tudor ha fortemente influenzato il suo sviluppo sia come esecutore che come compositore.
Insieme a Alvin Curran e Richard Teitelbaum fonda a Roma, a metà degli anni Sessanta, il gruppo MEV (Musica Elettronica Viva), una delle più leggendarie e pionieristiche esperienze di intreccio tra elettronica e improvvisazione. Durante gli anni Settanta la sperimentazione del compositore si è spinta verso forme in cui lo stile e il linguaggio sono trattati come elementi strutturali come nelle celebri variazioni di The People United Will Never Be Defeated!
Compositore e performer, Richard Teitelbaum (1939) ha studiato con Nono e Petrassi. Tra i primi a introdurre il sintetizzatore moog in Europa, è stato anche un pioniere nell’improvvisazione interculturale, combinando l’elettronica con la musica di altre culture. È tra i fondatori di MEV e ha collaborato, tra i tanti, con Joan Jonas, Leroy Jenkins, Anthony Braxton e Katsuya Yokohama.
Quella di Pauline Oliveros è una figura centrale nella musica contemporanea Americana. La sua carriera abbraccia sessant’anni di pratica musicale in grado di dissolvere i confini. Ha ottenuto il John Cage award (2012) dalla Foundation for Contemporary Arts.
Oliveros è Distinguished Research Professor of Music al Rensselaer Polytechnic Institute, Troy, NY e artista in residence presso il Mills College.
La vita della Oliveros come compositrice, performer e filantropa è diretta all’apertura della sensibilità all’universo e agli aspetti del suono. Dagli anni ’60 ha profondamente influenzato la musica americana attraverso il suo lavoro con l’improvvisazione, la meditazione, la musica elettronica, il mito e il rituale. Ha coniato il termine “Deep Listening”, che deriva dalla sua fascinazione giovanile per i suoni e dal suo lavoro con la composizione, l’improvvisazione e l’elettroacustica.
Ha fondato il Deep Listening Institute, ora Center for Deep Listening a Rensselear,Troy, NY.
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